Imprenditori e politica: meglio più distanti

di Angelo Panebianco

Per qualunque organizzazione di rappresentanza di interessi ci sono degli ovvi vantaggi nell’essere fisicamente vicina ai luoghi della decisione politica (ministeri, Parlamento) e dell’amministrazione pubblica. È la ragione per la quale le più importanti organizzazioni di questo tipo di solito pongono la loro sede principale nella Capitale. Ma accanto a indubbi vantaggi, la vicinanza (fisica) al potere politico- amministrativo può anche comportare qualche svantaggio. Quando l’interesse in questione, l’interesse rappresentato, ha un valore strategico per un Paese — come è nel caso delle imprese private — anche se certamente la valutazione dei vantaggi e degli svantaggi deve riguardare in primo luogo quell’organizzazione, la sua leadership e i suoi associati, tuttavia non può lasciare indifferente il resto del Paese.

Facciamo un’ipotesi, immaginiamo che un giorno Confindustria, ossia la più importante organizzazione rappresentativa delle imprese italiane, decida di trasferire la sua sede principale da Roma a Milano. Quali svantaggi e quali vantaggi ne ricaverebbe? E, soprattutto, quali sarebbero le possibili conseguenze di medio-lungo termine per il Paese? È chiaro quale sarebbe lo svantaggio: una perdita forse immediata, secca, persino drammatica, di capacità di influenza spicciola sui luoghi della decisione. Il possibile guadagno, ma che si manifesterebbe solo a medio termine, consisterebbe, plausibilmente,in un sensibile aumento della capacità di svolgere un ruolo nazionale di contro-potere.

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