Il piano di Conte: infrastrutture, ecologia e digitale. Ma la cassa integrazione spacca la maggioranza

Con il passare dei giorni all’interno della maggioranza sono però maturate sensibilità e orientamenti diversi, con tanto di frizioni crescenti. Il M5S è dell’avviso di prorogare la cassa integrazione e impedire che le aziende licenzino, mentre il Pd è arrivato alla conclusione che continuare a ingessare il sistema produttivo sia dannoso e soffocante per il tessuto industriale del Paese. Le risorse delle cassa integrazione potrebbero, secondo lo schema alternativo a quello del M5S, essere così destinate agli incentivi alle aziende per assumere. Ai licenziamenti farebbero cioè da contraltare le assunzioni delle imprese che si rimettono in moto e investono.

Una «grana» che Conte deve risolvere in pochi giorni. Certo è che al termine del braccio di ferro servirà comunque uno scostamento di bilancio, con un maggiore disavanzo che andrà ad appesantire ulteriormente il debito ormai avviato verso il 160% del Pil. C’è poi il tema della pressione fiscale, tutte o quasi le categorie convocate a Villa Doria Pamphilj hanno chiesto, secondo i casi, un intervento che alleggerisca il peso delle tasse, tagli il cuneo fiscale, introduca sgravi fiscali sugli affitti. Tutti richiami che tentano Conte, ne intuisce gli effetti sia in termini di consenso sia in termini economici, al punto da indurre il premier a dire che un abbassamento dell’Iva «potrebbe dare una spinta alla ripresa dei consumi: è un fatto di fiducia».
Una fuga in avanti in parte corretta dalle parole pronunciate al termine degli Stati Generali. «Non abbiamo deciso. Anche perché è una misura costosa». Resta che l’imposta sul valore aggiunto non aumenterà e il governo alla prossima legge di Bilancio sarà dispensato dal trovare le risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia, così come previsto dal decreto Rilancio. Sul fronte della modernizzazione del Paese Conte si riserva alcune leve come l’incentivazione ai pagamenti digitali per combattere il sommerso e confida nel varo del decreto Semplificazione. Che prevede interventi ordinamentali sulle procedure, la revisione di abuso d’ ufficio e responsabilità erariale, l’ estensione di alcune deroghe al Codice appalti.

CORRIERE.IT

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