Usa 2020, blindato il primo comizio di Trump a Tulsa. Sei del suo staff positivi


Ad alimentare le preoccupazioni la notizia dell’omicidio di un altro afroamericano, ucciso da una guardia privata bianca di un motel a Tulsa. L’episodio risale al 6 giugno, ma solo ora ne sono emerse le esatte circostanze, grazie alle immagini della videosorveglianza. La vittima è il 36enne Carlos Carson, padre di tre figli: si era andato a lamentare della sua auto vandalizzata con il gestore del motel e poi con la guardia Christopher Straigh. Ma quest’ultimo, quando è uscito, prima ha usato contro di lui lo spray urticante e poi, quando ha reagito, gli ha sparato alla testa. Un attacco ingiustificato, secondo la polizia, che ha accusato Straigh di omicidio premeditato. L’uomo, 53 anni, è un ex sergente e un ex agente penitenziario con vari precedenti per cattiva condotta, anche per discriminazione razziale.

Moore: “Attese 100mila persone”

Il regista Michael Moore, acerrimo nemico di Donald Trump, lancia su Facebook un ammonimento ai democratici: “Hanno iniziato a fare la fila martedì a Tulsa per il comizio di Trump. Sono attese 100.000 persone! Trump non ha perso nulla della sua base e sono più famelici che mai. Dormi sul marciapiede per cinque notti solo per entrare a vedere Trump? Quella è dedizione. Guai a dare per scontato Trump, guai a pensare che non possa vincere”. E poi il regista ha aggiunto: “Non siate presuntuosi dicendo che (Trump) non può conquistare la Casa Bianca perché, francamente, sembrate molto simili a voi stessi 4 anni fa, quando dicevate a tutti che questo paese non avrebbe messo un clown nello Studio Ovale. Quante persone si metterebbero in fila cinque giorni solo per sentire parlare Joe Biden? 12? 5? Nessuna?”.  

Arrestata donna con maglietta con lo slogan “I can’t breathe”

Una donna, in possesso del biglietto d’ingresso per l’arena che ospita stasera il comizio di Donald Trump, è stata arrestata per aver indossato una maglietta nera con scritto “I Can’t Breathe“, lo slogan usato in queste settimane dal movimento Black Lives Matter per denunciare la brutalità della polizia contro gli afroamericani. La donna, bianca, che ha dato nome e cognome ai giornalisti presenti con microfoni e telecamere, definendosi “cittadina degli Stati Uniti”, è stata portata via da un’auto della polizia. 

QN.NET

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