Zanardi, la moglie Daniela al suo fianco per la nuova impresa: «Riuscirà a farcela»



Madre, figlio e la mamma di Alex, Anna, una donna con lo stesso piglio del figlio, possono vederlo, uno per volta, oltre il vetro, avvolto nel suo sonno farmacologico, dalle 12,30 alle 14,30, proprio ora che il professor Sabino Scolletta scende tra i giornalisti con l’unica buona notizia: la situazione si è stabilizzata, lasciando ben sperare rispetto alle condizioni assolutamente preoccupanti di quando era arrivato. Doveva passare la notte, insomma, e ce l’ha fatta.

Venerdì sera ha subito un intervento neurochirurgico di tre ore, gli hanno dovuto ricostruire tutta la faccia, frantumata nello scontro, dopo di che è stato portato nel reparto di terapia intensiva.

Daniela era lì, con Niccolò e Anna, a rivivere momenti già vissuti, nella saletta del Pronto soccorso. Con il telefono che riceveva messaggi a raffica da tutto il mondo, da tutti gli amici, finalmente spento. Alex è piuttosto imbranato con le nuove tecnologie ed è sempre stata lei il tramite tra lui e il mondo digitale. In piedi e seduta, in quella saletta, poteva finalmente avere certe, non quelle che circolavano fin dal primo istante.

Chi l’ha visto, lì sulla strada, è rimasto sconvolto. Ha immaginato e trasmesso impressioni ancora più drammatiche della già grave realtà. «È fuoriuscita materia cerebrale», diceva qualcuno. E la voce rimbalza. Ma qui alle Scotte lo escludono: «No, assolutamente no».

Il cranio doveva essere ricostruito, quello sì, ma l’operazione è riuscita e il suo corpo cinquantenne, ben allenato, incredibilmente tonico, non ha subito danni significativi.

I medici non nascondono a Daniela cheil fiato resta sospeso per l’aspetto neurologico. Se tutto andrà come speriamo, la prossima settimana si potrà verificare se Alex potrà cominciare, con il tempo che occorre, a costruirsi una terza vita. Se potrà comunicarglielo Daniela, come la scorsa volta, siamo certi che Alex risponderà: «Beh, passato il mezzo secolo ci sta anche».

Il timore, l’indicibile è che possa toccargli una sorte come quella di Michael Schumacher, a cui Alex ha pensato tantissimo, quasi tormentandosi per non poter fare nulla per lui.

Ieri pomeriggio Anna, la mamma, la più fragile di questa saldissima catena, lei che ha perso anche il marito, lei che ha perso una figlia bambina in un incidente stradale, è tornata a Bologna, dove attende il momento di poter parlare con suo figlio. Niccolò è chiuso nel suo dolore in una camera d’albergo a qualche centinaio di metri dall’ospedale. Quando accadde l’altra volta era molto piccolo e crescendo visse suo padre come una specie di supereroe. Daniela non si allontana dalla clinica.

Come quasi vent’anni fa è lei a sorvegliare che il marito «riesca nell’impresa». Quando le dicevano, scherzando: «Bel marito che ti sei scelta», lei rispondeva: «Sì, però a lui è andata bene». Ora, a chi insiste perché vada a riposarsi, ripete: «Non lo lascio, non lo lascio solo». Resta lì, inchiodata al vetro, per tenere Alex inchiodato alla vita. Una terza vita.

CORRIERE.IT


Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.