Borse, il Dow Jones chiude a -6,9%. Milano a -4,8%. Spread in rialzo a 190 punti. Giù anche i listini europei, che bruciano 328 miliardi

Piazza Affari in calo: i titoli a Milano

Piazza Affari, come detto, ha vissuto una giornata difficile. La Borsa di Milano, dopo essersi spinta sui massimi post-Covid, ha iniziato una fase di ricorrezione che giovedì ha portato gli indici a un brusco calo, con il Ftse Mib che ha fermato le contrattazioni a -4,81% a quota 18.806 punti.
Piazza Affari ha bruciato oltre 26,5 miliardi di capitalizzazione, con un calo dell’All Share del 4,66%. Borsa Italiana si era spinta a ritoccare i 585 miliardi di capitalizzazione nelle scorse sedute, ma dopo oggi l’All Share «vale» circa 545 miliardi.
Pesanti i bancari, fra i protagonisti nelle scorse settimane: Unicredit perde il 7,81%, Banco Bpm il 7,82%, Intesa quasi il 5%; male anche il risparmio gestito, mentre Nexi e Generali fanno leggermente meglio dell’indice. Tensioni fra gli industriali: Cnh perde l’11,82%, Fca – sulle ipotesi di uno slittamento del matrimonio con Psa per la necessità di maggior tempo per le analisi dell’Antitrust europeo – il 7,7%. Pirelli affonda e perde l’8,54%. Male gli energetici e il lusso, con forti vendite su Ferragamo. Pesante Atlantia (-9,16%) in attesa di sviluppi sul dossier Aspi.

I mercati accusano la fuga degli investitori dopo la diffusione delle prospettive della Federal Reserve per l’economia americana. Il governatore della banca centrale statunitense, Jerome Powell, mercoledì ha ammesso che la ripresa dell’economia dopo lo shock causato dall’epidemia richiederà anni. La Fed mercoledì ha deciso di lasciare i tassi invariati allo 0,25% almeno fino al 2022 ma senza annunciare misure aggiuntive di contrasto agli effetti economici della pandemia da Covid19.

I pronostici Usa

Nere le previsioni per il futuro: la banca centrale americana ha pronosticato che il Pil Usa scenderà del 6,5% quest’anno, una netta sforbiciata rispetto al +2% previsto a dicembre, prima dell’epidemia di coronavirus. Secondo la Fed, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti salirà al 9,3% nel 2020. vettori

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Francoforte «è pronta a tutto per rilanciare l’economia»

Non basta evidentemente a sollevare il mercati la presa di posizione del capo economista della Bce Philip Lane secondo cui Francoforte «è pronta a tutto per rilanciare l’economia e occorre evitare che un credit crunch peggiori la situazione», ha dichiarato Philip Lane. «Siamo una Banca centrale moderna riconosciamo quanto sia importante che le piccole imprese, le Pmi e le famiglie abbiano accesso al credito. Faremo tutto il possibile per evitare che questa crisi venga peggiorata dal credit crunch», dice Lane, dicendosi soddisfatto di come stanno andando le misure per la liquidità (Tltro, Peltro e bridge Ltro).
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Inoltre Lane rimarca il fatto che la Bce è l’unica banca al mondo con due QE in corso: il programma di acquisti di attività Paa, tradizionale e senza scadenza, «per far convergere l’inflazione verso l’obiettivo della politica monetaria», e il programma Pepp, d’emergenza e temporaneo, «per affrontare il fortissimo shock senza precedenti della pandemia» e «stabilizzare i mercati finanziari». I due QE hanno una potenza di fuoco straordinaria, pari a 1.800 miliardi di nuovi acquisti fino al giugno 2021: Bce è dunque l’«a’ncora della stabilità» per l’Italia e tutti gli Stati dell’area dell’euro colpiti da questo shock comune.

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