Coronavirus, Locatelli: «Dati positivi ma non è finita. No al plexiglass a scuola»

Come ricordato dal dottor Sergio Iavicoli, dell’Inail, La Francia è sulla nostra linea, la Svizzera ha stabilito i 2 metri, la Germania 1,5. Le differenze mostrano quanto la scelta sia difficile. Raccomandiamo di evitare gli affollamenti, prevedere percorsi separati in entrata e uscita, di considerare accessi contingentati e di privilegiare l’attività ludica e fisica individuale anziché di gruppo. In palestra la distanza di sicurezza raddoppia».

E il plexiglass divisorio tra i banchi?
«Credo sia una misura estrema, da attuare se non si riesce a fare di meglio. Oltre alle altre misure, percorsi separati nelle aree di ricreazione e mascherine indossate da personale e studenti sopra i 6 anni sono sufficienti per evitare la ripresa dell’epidemia. Sul numero degli studenti per aula non abbiamo dato indicazioni. Il Belgio ne ha previsti 10 per classe, la Germania 15, la Gran Bretagna 14 più l’insegnante. Da docente universitario, ritengo che questa situazione rappresenti un’opportunità per investire sull’edilizia scolastica perché c’è bisogno di sedi sicure».

Italia e Spagna, in una lettera alla presidente Ursula Von der Leyen, chiedono all’Europa di riaprire le frontiere tutti insieme. Ha senso scientifico il contrario?
«Sono d’accordo, tutti i Paesi Ue dovrebbero dare risposte univoche per dimostrare che siamo un solo continente. Avrebbe senso fare distinzioni se in Europa ci fosse una situazione senza controllo e fortunatamente non è un problema che ci riguarda. Il vero dramma è in India e Brasile dove contagi e morti sono in fase esplosiva».

Sul CorriereWalter Veltroni scrive che gli italiani hanno bisogno di una scadenza, sfibrati, e che serve il coraggio di decidere quando si potrà tornare alla normalità. Gli vuole rispondere?
«Succederà quando il virus sarà scomparso dall’orizzonte mondiale o avremo trovato terapie e vaccini per contrastarlo. Siamo sulla buona strada. È l’unica condizione. Quella indicata da Veltroni è la linea lungo la quale ci stiamo muovendo. Ripartire in sicurezza secondo il principio della gradualità e senza il rischio di tornare indietro. Se accadesse e dovessimo ricadere nell’anormalità sarebbe molto peggio dal punto di vista economico e psicologico».

Sarà importante vaccinarsi contro l’influenza a ottobre?
«Sì, tenendo però presente che nelle persone anziane l’efficacia della vaccinazione non è assoluta, è del 35-40%. Quindi chi, seppur immunizzato, accuserà tosse e febbre, non potrà escludere di avere l’influenza. Per gli anziani è molto importante il vaccino anti-pneumococco che difende da forme di polmonite. Per la prima volta la circolare del ministero della Salute raccomanda di offrire l’antinfluenzale ai bambini tra 6 mesi e 6 anni per ridurre le possibilità di contagio di adulti e anziani. Nei giovani il vaccino assicura una copertura di circa il 70%».

CORRIERE.IT

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