Contagi, dopo Rsa e famiglie ora si guarda al lavoro e all’effetto Navigli

Il Covid per venire a galla ha bisogno di almeno 10-15 giorni: 5-7 giorni per l’incubazione e l’arrivo dei sintomi e poi i giorni necessari per arrivare al risultato dei tamponi. Oltre alla ritrovata vita sociale, un impatto sulla curva dei contagi potrebbe arrivare anche dai luoghi di lavoro: più che gli uffici dove in molti sono rimasti in smart working gli occhi sono puntati sulle tutte le aziende che hanno visto già dal 4 maggio il rientro di oltre 4 milioni di lavoratori. Non è un caso che in caso di nuovi focolai la Fase due preveda la possibilità di lockdown chirurgici che potrebbero riguardare anche la chiusura di singole aziende.

Le infezioni precedenti
Finora la gran parte delle infezioni, quelle nate durante il lockdown, si è fondamentalmente concentrato tra le persone anziane e i disabili e poi a livello familiare con i contagi dentro casa, quindi le strutture sanitarie e infine in maniera limitata il livello lavorativo. In un report dell’Istituto superiore di Sanità condotto su circa 4500 casi di contagio notificati tra l’1 e il 23 aprile è emerso infatti che il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro. La speranza ora è che tutte le misure per arginare il virus in questa fase di ritorno alla normalità – in particolare il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine – riesca a bloccare o quantomeno a limitare la risalita dei contagi.

ILSOLE24ORE

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