La mafia, una piaga che si può guarire

Il primo grande cambiamento avviene negli anni Settanta del 900 con il passaggio alla droga. I soldi sono tantissimi, cominciano le rivalità fra le mafie dell’isola. L’enorme quantità di denaro inoltre cambia i rapporti: butta per aria il regime verticale basato sul rispetto verso gli anziani, l’esclusione delle donne, un rapporto di interscambio col territorio. Non a caso, in coincidenza con la metamorfosi, nascono i pentiti. Leonardo Vitale è stato il primo a parlare, facendo i nomi di Riina e Ciancimino. Non fu creduto e fu chiuso in manicomio dove restò dieci anni. Appena uscito, fu ucciso, segno che le sue parole erano veritiere. Più furbo e intelligente è stato Buscetta che, dopo l’uccisione di tanti parenti, decise di collaborare. L’organizzazione mafiosa in quel periodo ampliava a dismisura il suo potere. Riuscì a fare sindaco di Palermo un suo affiliato, Ciancimino, che in pochi anni ha contribuito a distruggere gran parte delle bellezze architettoniche favorendo costruttori senza scrupoli. Falcone che capì anche come intervenire, fu isolato e ucciso. Il resto lo sanno tutti. Se ricordiamo come è nata questa orribile piaga, sapremo pure che possiamo guarirla.

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