Il traffico aereo non tornerà ai livelli pre-Coronavirus fino al 2023

Sarà una ripresa lunga e faticosa. Serviranno anni prima che il traffico aereo riesca ad assorbire e smaltire la crisi in cui è sprofondato a causa del blocco dei viaggi per il Coronavirus: tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2023. Sono le stime rivelate in un report economico pubblicato il 13 maggio a cura della IATA, la International Air Transport Association, la principale associazione di categoria che riunisce le compagnie aeree.

Nel momento di picco dalla pandemia la richiesta di voli in Europa e negli Stati Uniti è precipitata anche del 90%. Il crollo è di entità tale che il recupero per il settore sarà decisamente più lento rispetto alle previsioni relative al PIL mondiale, per cui si è calcolato un ritorno ai livelli dell’anno scorso nel 2021.

Dal documento emergono anche altri dati interessanti. Ad esempio, la lunghezza media dei voli è calata dell’8,5%, passando da circa 2050 km a 1900 km, e per almeno i prossimi cinque anni si manterrà più bassa di prima. Ciò sarà determinato dalla riattivazione delle rotte interne prima che di quelle internazionali e dalla probabile preferenza dei viaggiatori per i voli a corto raggio. Per gli stessi motivi, il traffico interno dovrebbe riassestarsi sui livelli pre-Coronavirus nel 2021, mentre quello internazionale ci arriverà solo fra il 2023 e il 2024.

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