I governatori hanno accorciato il metro

SOUTHEND ON SEA, ENGLAND - MAY 15: People with children sit on the seawall eating chips as various food...
SOUTHEND ON SEA, ENGLAND – MAY 15: People with children sit on the seawall eating chips as various food businesses start to open for takeaway only along the promenade during the coronavirus, Covid-19 pandemic on May 15, 2020 in Southend on Sea, England. The prime minister announced the general contours of a phased exit from the current lockdown, adopted nearly two months ago in an effort curb the spread of Covid-19.

Distanza minima di un metro tra le persone. Nei ristoranti i clienti si posizioneranno a un metro di distanza anziché due. Al mare un metro e mezzo tra un lettino e l’altro anziché due, e ombrelloni distanti poco meno di tre metri e mezzo, e non quattro e mezzo. In vista delle riaperture in programma il 18 maggio, le regioni “accorciano le distanze” rispetto a quelle proposte dalle linee guida nazionali, troppo rigide per gli imprenditori e le associazioni di categoria che avevano minacciato di non riaprire perché le perdite sarebbero state troppo alte.

Il governo, al termine di una lunga giornata con momenti ad altissima tensione, asseconda le richieste delle Regioni concedendogli più autonomia. Gli Enti locali in questo modo si uniformano con uno stesso schema bypassando i protocolli regionali. Fermo restando che l’esecutivo potrà richiuderle se i contagi aumenteranno. Se la situazione dovesse sfuggire di mano, il governo “interverrà subito con misure restrittive”, a cui le Regioni non potranno opporsi. Fa trapelare il premier Giuseppe Conte, il quale intanto si dice soddisfatto per la “portentosa collaborazione istituzionale”.

Tuttavia la giornata non inizia nel verso giusto. La strada sembra in salita. Il primo tentativo di accordo va a vuoto creando dissidi tra le varie Regioni. La Lombardia e i sindaci guidati da Antonio Decaro chiedono un protocollo unico e nessuna differenziazione tra regioni. In particolare Attilio Fontana teme che la sua regione rimanga indietro a causa del numero dei contagi nuovamente in crescita. Tutte le altre vogliono prendere come riferimento i protocolli regionali. Il governo lascia loro del tempo per poi ricominciare. E alla fine si converge su un documento comune, che il governo fa proprio con un decreto legge approvato a tarda notte, a cui si aggiungerà un decreto del presidente del Consiglio con i dettagli. Il ministro delle Regioni Francesco Boccia ha mediato per tutto il giorno: “Siamo arrivati ad elaborare misure chiare che garantiscono sicurezza agli italiani, a tutti i lavatori e alle imprese”.

Sulla stessa linea il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini: “Coniuga responsabilità, sicurezza, flessibilità e autonomia”. Il decreto legge che prevede dal 18 maggio le aperture delle attività commerciali, compresi estetisti e parrucchieri. Dal 3 giugno saranno consentiti gli spostamenti tra regioni e saranno aperte le frontiere senza obbligo di quarantena. Potranno anche riaprire anche gli stabilimenti. Se i governatori vogliono altre aperture possono procedere ma devono comunicarle al ministero della salute, così come se non vogliono aprire alcune attività, motivando ciò con la curva di contagio, possono chiuderle. 

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