Padova, la vicina di casa del prof Crisanti che gli fa trovare la cena fuori dalla porta: «Ci ha salvati»

Uno stupore, per l’inattesa citazione, condiviso anche della diretta interessata, che il Corriere è riuscito a raggiungere. «Sì, il professore mi ha nominata, ma non me lo aspettavo. È stato così carino…». La signora Cristina è una donna garbata, appartiene ad una famiglia di uno storico marchio dell’imprenditoria veneta e vive con il marito in un palazzetto elegante nel cuore del centro storico. «Le cene? Lo sentivo uscire di casa alle 7 del mattino e rientrare tutte le sere così tardi — ci racconta —. E ho pensato subito al fatto che fosse da solo, con la moglie e il figlio ancora a Londra. Lui è un tale lavoratore, sempre discretissimo e timido. Così all’inizio ho cominciato preparando una torta per me e una per lui; poi ho continuato cucinandogli solo per lui una torta salata. E quindi sono andata avanti ancora con crepes, dolci, budini. E non sapendo mai a che ora, più o meno, rientrasse, ho deciso che gli avrei lasciato le mie ricette direttamente sulla cassapanca davanti all’uscio, perché siamo proprio dirimpettai. Devo dire che in questo periodo di quarantena, essendo sempre a casa, anche io avevo più tempo per dedicarmi alla cucina. Ho fatto anche tanti corsi e questo si è rivelato il momento adatto per metterli in pratica». E lui? «Con noi è sempre stato gentilissimo. Per ringraziarmi, a Pasqua, il professore mi ha mandato una bellissima scatola di ovetti di cioccolata. Davvero affettuoso…».

Il valore delle decisioni

Crisanti è appunto a Padova dallo scorso ottobre («Per lasciare l’Imperial College di Londra, Potevo accettare solo questa Università», ha confessato sempre in occasione della consegna del «Sigillo»). «Sapevo che fosse un virologo importante — prosegue Cristina —, ma niente di più. Ho appreso soltanto dai giornali, come tutti, il valore di quello che il professore aveva fatto prima a Vo’, con la decisione di fare i tamponi a tutto il paese e quindi a Padova, blindando l’ospedale che altrimenti si sarebbe trasformato in un terribile focolaio. Azioni che si sono rivelate determinanti per tutto il Veneto e non solo. Ci ha salvati». E cosa pensa Cristina, invece, di tutti coloro che se la prendono con i medici, perché temono che possano diffondere il contagio? «Sono persone ignoranti e poco sensibili — ci risponde —. Ma sono convinta, in realtà, che rappresentino solo pochi casi. In tutta Italia e anche qui da noi in Veneto ci sono state moltissime dimostrazioni di affetto per medici e infermieri. Come è giusto che sia, perché sono persone che rischiano la propria vita. E poi, se uno indossa la mascherina e mantiene le distanze di sicurezza, come fa il professor Crisanti, che problemi ci sono?».

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