Concertone Primo Maggio senza piazza, Nannini emoziona sui tetti di Milano, Ambra si commuove, Sting rende omaggio all’Italia

di CHIARA UGOLINI

Il Concertone del trentennale è stato un inedito, un’edizione unica, snaturata, certo, senza la Piazza San Giovanni, senza le migliaia di ragazzi che lo rendono un evento unico. Ma non si poteva gettare la spugna, toccava esserci per “occupare” quello spazio ha detto Ambra Angiolini che ha condotto la serata, in diretta da un piccolo studio realizzato al Teatro delle Vittorie di Roma, tenendo insieme le performance registrate nelle varie piazze d’Italia, vuote e struggenti, Milano, Bologna, Firenze, i collegamenti in diretta, il concerto nel concerto registrato alla Sala Sinopoli di Roma. Vasco Rossi, Gianna Nannini, Zucchero, Patti Smith e i fratelli Bennato, Tosca, Irene Grandi, Bugo, Lo Stato sociale, Francesco Gabbani, Francesca Michielin… un cast eccezionale come eccezionale è stato il Concertone del Primo Maggio, nel 2020.

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Con la piazza di San Giovanni a Roma vuota, un’immagine che vale più di tante parole, è partita l’inedita versione dello storico Concertone del Primo Maggio, voluto dai sindacati e da trent’anni appuntamento imprescindibile della Festa dei Lavoratori. Ambra sola nella Piazza al tramonto: “Tutti abbiamo bisogno di ripartire non possiamo fare a meno del lavoro, dei diritti e delle tutele. Siamo in Piazza per proteggere quelli che non ci stanno, le domande sono le uniche certezze che abbiamo. Lasciamo la piazza con la volontà di tornarci il prossimo anno con musica e risposte”.


Commossa l’attrice ha detto: “Non si tratterà di una festa quest’anno perché ci siamo accorti che tanti operatori sanitari non hanno lavorato con la giusta tutela, ci siamo accorti che è partita la campagna elettorale immediatamente, e di come le falle siano state coperte dai risparmi della gente comune, quella stessa gente che ora sta rischiando il lavoro, ci siamo accorti che troppo dire fa male, soprattutto se confuso. Ma ci facciamo un applauso perché ci siamo accorti tutti di quanta forza siamo capaci”. E poi Ambra chiude il monologo con una domanda: “Una domanda che ci facciamo spesso ma che questa volta ha un significato diverso: Come state?“. E poi partono le immagini, i racconti e le testimonianze dei lavoratori che raccontano la loro pandemia: gli infermieri, i medici, i commessi di supermercato, gli insegnanti, i cassaintegrati.

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