Coronavirus, Bonafede: “Coinvolgere l’Antimafia sulle scarcerazioni”

di LIANA MILELLA

Questa volta c’è di mezzo Raffaele Cutolo. E basta il nome per capire la portata della scelta e delle eventuali conseguenze. Già, perché è attesa, per lunedì, un’altra decisione della magistratura sulle scarcerazioni dei boss. Questa volta tocca a un pezzo da novanta come “don Rafè”che ha presentato, tramite la moglie e il suo avvocato, un’istanza di scarcerazione dopo 45 anni di detenzione per via del grave malanno che ha addosso.

Per la seconda volta in tre giorni la reazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede è furibonda. Con un post sulla sua pagina Facebook parla di “bugie gravissime” – e cioè che le scarcerazioni sarebbero frutto di una circolare del ministero – e soprattutto di un governo fermo non solo nel ricostruire le motivazioni delle scarcerazioni stesse, con l’invio degli ispettori, ma anche nel confermare una linea politica anti-boss. 

Partiamo da un dato, gli scarcerati, finora cinque, nell’ordine Francesco Bonura, Pino Sansone, Vincenzino Iannazzo, Pasquale Zagaria, Domenico Perre. Un diniego invece per Benedetto “Nitto” Santapaola. Via libera concessi dai magistrati di sorveglianza. Immediate polemiche della destra, durissimi gli attacchi di Lega e Fratelli d’Italia, e pure di Forza Italia, che pure si è battuta in passato per i domiciliari per motivi di salute a Marcello Dell’Utri.  

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