Metropolitana Milano, ecco i cerchi rossi che segneranno le distanze: «Stai qui»

Desincronizzare i tempi di entrata e uscita dalle attività lavorative e sfruttare al massimo la flessibilità consentita ai lavoratori: sono gli obiettivi su cui sta lavorando il Comune di Milano, sia sul fronte interno (per i 15mila dipendenti si studia un ingresso fino alle 11 e un’uscita ugualmente flessibile) sia in coordinamento con le aziende che operano sul territorio, in particolare le più grandi.

Certa che «si troveranno regole dinamiche, con orari di apertura diversi a seconda delle categorie» è Confcommercio Lombardia. «Si tratta di innovare gli orari della città», dice il vicepresidente Carlo Massoletti. Le premesse sono la riapertura o meno delle scuole, che muovono un ampio flusso di persone, e la mancanza di turisti (11 milioni nel 2019 a Milano). «Per primi si attiveranno gli ingrossi per il rifornimento, i grandi uffici e gli esercizi pubblici che li servono. Poi i negozi». E anche qui ci saranno aperture differenziate in base alle esigenze della clientela: «Quella di un negozio di ferramenta ha bisogno di un orario diverso rispetto a quella di un negozio di abbigliamento».

CORRIERE.IT

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