L’Avvocato del Mes

Dietro un discorso molto tattico che poco ha della drammaticità del momento c’è, nel non detto, proprio tutta la drammaticità del momento che rende la rinuncia al realismo un pericoloso gioco d’azzardo, con lo spread già a quota 260, a rischio di esplosione senza gli interventi della Bce e una situazione economica senza precedenti nella storia della Repubblica col Pil che perde 15 punti in un semestre. E se l’emergenza reca con sé anche un’ipotesi politica, quella di un governo di emergenza di fronte al default del paese, è chiaro che la rinuncia alla tentazione “populista” di andare in Europa con una agenda di rottura, isolando l’Italia anche rispetto a Francia e Spagna e non solo ai falchi del Nord, rappresenta anche un modo per allontanare quello spettro.

Dunque il governo andrà in Europa con il bagaglio della ragionevolezza, appesantito però dal fardello della fragilità politica. Se è vero che il Consiglio europeo è un appuntamento cruciale per il destino del paese la rinuncia a un voto parlamentare sul discorso del premier è un atto di debolezza, che a stento copre una divisione interna. Solitamente è un Governo, non le opposizioni, che, di fronte a una sfida dura, chiede il voto per essere più forte e più credibile, mostrando che ha dietro un paese e un mandato del Parlamento. A maggior ragione dopo che la sua maggioranza si è plasticamente divisa nel voto in Europa. 

Invece ancora una volta il passaggio parlamentare è apparso più come un atto dovuto, sapientemente vissuto come uno dei tanti set di una comunicazione intrinsecamente manipolatoria ed eccessivamente egoriferita, tra un post su facebook e una conferenza stampa ad orario dei tg. Provate a contare i tanti passaggi in prima persona su ciò che è stato fatto senza un minimo della necessaria tensione unitaria, non verso le opposizioni, ma verso un paese, la cui unità di fondo è il primo presupposto per affrontare questo passaggio. Anche questo è un metodo, in questo senso sì, molto populista, che non prevede la centralità del Parlamento, dove l’informativa sul Mes diventa un discorso a tema libero su come il governo ha affrontato l’emergenza, anticipato in larga parte in un post su facebook già in mattinata. Non ciò che il governo ha intenzione di fare, la sua visione, la sua prospettiva europea, ma ciò che ha fatto. Il tutto nell’ambito di un continuo cambio di registri, proprio di chi ha sostituito il primato della politica con quello della comunicazione. Gli Eurobond che ieri erano il discrimine tra la vita e la morte, non ci sono più. Si discute di Recovery fund, ma è inglese e non se ne accorge nessuno. L’avvocato ha vinto la causa. La sua.

L’HUFFPOST

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.