Coronavirus, l’Europarlamento dice sì ai recovery bonds

Al voto hanno partecipato 694 parlamentari: i sì sono stati 395, i no 171 e le astensioni 128. In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha espresso cauto ottimismo sulla possibilità che il Consiglio europeo previsto il 23 aprile possa rivelarsi utile per trovare un compromesso tra i governi europei. Ha sottolineato l’importanza del momento, notando che i Ventisette devono «dimostrare solidarietà».

Tra le altre cose, la risoluzione – appoggiata da popolari, liberali e socialisti – invita Bruxelles a «proporre un massiccio programma di rilancio i cui investimenti sarebbero finanziati da un accresciuto bilancio europeo cosi come da obbligazioni per la ripresa (recovery bonds, ndr) garantite dallo stesso bilancio comunitario, senza comportare la mutualizzazione del debito esistente». La mutualizzazione di debiti futuri non è quindi esclusa ai sensi di una risoluzione composta da 73 capoversi e 14 pagine.

Il presidente Sassoli ha sottolineato come le forze politiche si siano messe d’accordo per una possibile mutualizzazione solo del debito futuro, non di quello esistente. In vista della riunione del 23 aprile, la Francia ha proposto la nascita di un fondo tutto dedicato al rilancio economico e finanziato da emissioni di debito congiunto dei Paesi membri.

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Proprio questo cruciale tema ha indotto gli ecologisti a dissociarsi dal testo che era stato negoziato in un primo tempo con i popolari, i socialisti e i liberali.

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L’emendamento presentato dai verdi, più ambizioso, precisava che «una quota sostanziale del debito che sarà emesso per contrastare le conseguenze della crisi della Covid-19» sarebbe stata «mutualizzata a livello dell’Unione». L’emendamento è stato bocciato (con 326 no, 282 sì e 74 astensioni).

Il caso italiano
Sul fronte italiano, i no sono venuti da Forza Italia e dalla Lega; i sì dal M5S (in parte) e dal PD. La posizione assunta dai due partiti di opposizione è stata oggetto di polemica politica a Roma.

Il Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo si è infatti diviso nel voto all’Eurocamera sulla risoluzione per la crisi sul coronavirus: 10 si sono
astenuti, mentre tre – Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato – hanno votato contro. L’eurodeputata pentastellata Eleonara Evi non ha invece preso parte al voto. «Nessuna spaccatura. Il Movimento 5 Stelle è compatto sulla risposta europea che serve per reagire alla crisi Covid-19 e lo dimostra il fatto che nel merito, su tutti gli emendamenti, gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle hanno votato allo stesso modo». Lo affermano fonti M5S al parlamento europeo. «Alla fine, sono prevalse diverse sensibilità sulla valutazione complessiva del testo finale così come è successo d’altronde a tutti i gruppi politici del Parlamento europeo», concludono le stesse fonti.

Per approfondire:
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Così il virus sta cambiando il mondo: gli 8 trend della nuova economia

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