Coronavirus, la ripresa e i suoi quattro nemici

Molti italiani però approvano questi comportamenti . È il problema dell’uovo e della gallina: le élite sono così perché lo sono tanti italiani oppure tanti italiani sono così perché lo sono le élite? Se lo spirito di fazione prevarrà sullo spirito comunitario la ricostruzione verrà compromessa.

La seconda forza, il secondo cavaliere, è la tentazione statalista. Un manifesto redatto dal professore Carlo Lottieri e firmato da molti intellettuali, professionisti e imprenditori mette in guardia contro il rischio che alla pandemia virale faccia seguito una pandemia statalista. Non lo Stato che indirizza e fa anche gli investimenti essenziali ma lo Stato che, tutte le volte che può, si sostituisce all’imprenditoria privata, deprimendo così quegli animal spirits del capitalismo senza i quali non ci può essere alcuna ricostruzione, alcun «effetto Fenice». Si è potuto constatare che il decreto liquidità, quello che dovrebbe aiutare le imprese in difficoltà, contiene varie trappole disseminate qua e là dai nemici dell’impresa privata, quegli antifascisti tutti di un pezzo che sognano di ricostruire la fascistissima Iri. Come è stato osservato, d’altra parte, solo dove l’ideologia statalista è dominante può esserci chi pensa che, anziché provvedere a una riduzione generalizzata delle tasse, per favorire la ricostruzione occorra accrescere la pressione fiscale (nello specifico, colpendo i ceti medi).

Il terzo grande ostacolo è la burocrazia. Siamo, da molto tempo ormai, come tanti insetti catturati da una ragnatela appiccicosa. Siamo oppressi da una caterva di norme che impedisce o è in grado di ritardare al massimo ogni possibile innovazione, gestita da un’amministrazione efficientissima quando si tratta di imbrigliare le forze più dinamiche della società.

Da ultimo c’è il panpenalismo, la debordante e soffocante presenza del diritto penale in tutti gli ambiti della vita sociale ed economica, a sua volta riflesso della peculiare posizione di forza assunta dalla magistratura inquirente in Italia. Immaginate cosa sarebbe successo in Europa se, quando arrivarono gli aiuti del piano Marshall, tante procure in giro per il vecchio Continente fossero state lì a scaldare i muscoli, pronte a scattare e a bloccare ogni iniziativa anche solo in presenza di qualche vago sospetto di cattivo uso del denaro pubblico. Quasi sicuramente, alla fine, per la maggior parte dei tanti inquisiti/imputati sarebbe arrivata l’assoluzione ma, nel frattempo, non ci sarebbe stata alcuna ricostruzione economica. Né credo che in Italia sarebbe stato possibile, ad esempio, fare l’autostrada del Sole o tutto quanto favorì il boom economico degli anni Sessanta se il virus panpenalista fosse stato allora così diffuso come lo è oggi.

Spirito di fazione, tentazione statalista, burocrazia, panpenalismo, combinandosi, possono costituire un sudario mortale per qualunque società. La speranza è che, in tempi così perigliosi, emergano tante intelligenze individuali a tal punto vitali, energiche e assertive da riuscire a sconfiggere la diffusa mentalità che alimenta i quattro suddetti cavalieri di sventura. Buona ricostruzione a tutti.

CORRIERE.IT

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