Fermare l’impoverimento, ecco come

di Fabrizio Barca, Enrico Giovannini, Cristiano Gori

Immaginate che, tra pochi giorni, il Governo annunci: “Care concittadine e concittadini abbiamo predisposto un piano per cui – per questo primo periodo della crisi Coronavirus – chiunque sia in difficoltà avrà un sostegno, differenziato secondo le proprie esigenze. Per i prossimi mesi potete stare tranquilli, così intanto pensiamo a costruire il futuro”. E immaginate poi che questo piano si traduca in poche misure semplici da ricevere e attuare. Il Forum Disuguaglianze e Diversità e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile hanno avanzato una proposta che mira a questo scenario, basata su una visione “sistemica” dei diversi strumenti di assistenza.

È una proposta fattibile in tempi brevi che valorizza, integra e completa il Decreto Cura-Italia. Capitalizza la scelta del Governo di riconoscere per la prima volta una tutela sociale a lavoratrici e lavoratori autonomi, rafforzandola e rendendola più giusta. E raggiunge i 6-7 milioni di lavoratrici e lavoratori privati che sfuggono oggi a quel Decreto, per oltre metà regolari, il resto non regolari.

Si prevede il mantenimento delle tutele già in essere. Le Indennità di Disoccupazione (NaspI, Dis-Coll) continueranno a operare per i lavoratori dipendenti stabili e parasubordinati di imprese che la crisi sta facendo saltare. E così la Cassa Integrazione (CI) Covid-19, cioè le varie forme di cassa e misure assimilabili che sono rivolte ai dipendenti delle imprese che rimangono operative e che sono colpite vuoi dalla caduta della domanda, vuoi dal divieto di operare.



Queste prestazioni vengono integrate con due strumenti. Il “Sostegno di Emergenza per il Lavoro Autonomo” (SEA) sostituisce il bonus di 600 euro una tantum, cogliendone e sviluppandone la novità: tutelare il lavoro autonomo. L’importo del SEA non è in somma fissa indistinta, bensì cambia in base alle diverse situazioni. Per sostenere chi è in più grave difficoltà, l’ammontare del contributo è determinato in modo progressivo secondo le condizioni economiche del nucleo famigliare del lavoratore autonomo. Per mantenere la capacità produttiva del lavoro autonomo, l’ammontare è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in modo più intenso chi ne è stato maggiormente colpito.

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