Stop ai dividendi innesca la fuga dai bancari, ma l’Europa strappa una chiusura positiva

A Piazza Affari il “caso” dividendi
A Piazza Affari in primo piano il caso dei dividendi bancari dopo la raccomandazione espressa dalla Bce di rinviarne la distribuzione delle cedole e di non procedere al buyback almeno fino a ottobre, utilizzando gli utili per sostenere l’economia colpita dalla pandemia. In pesante rosso ci sono così Unicredit, Banca Mediolanum e Banca Generali che hanno già comunicato il rinvio mentre Intesa Sanpaolo ne discuterà domani in cda. Vendite anche su Mediobanca. In cima al listino, invece, ancora Diasorin, oltre a Italgas (entrambi in rialzo oltre il 2%), oltre a St. Fuori dal listino principale sale la Juve dopo il taglio agli stipendi dei calciatori per i prossimi mesi che genererà un beneficio di 90 milioni al club.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib

La paura del Covid-19 sui mercati
La seduta è priva di dati macro di rilievo ma gli investitori sono in attesa di notizie sia dall’Europa – sul dibattito in corso in merito alle misure da adottare per aiutare gli Stati a trovare i fondi necessari per dare liquidità alle imprese e alle famiglie dopo che la Bce ha assicurato quella sul mercato obbligazionario lanciando un Qe illimitato – sia dagli Stati Uniti, che ormai sono diventati l’epicentro mondiale della pandemia con il maggior numero mondiale di contagi e un sistema sanitario profondamente diverso rispetto a quello dei Paesi europei.

Petrolio a picco, Brent ai minimi dal 2002
Prosegue senza sosta la discesa del petrolio colpito sia dal crollo delle domanda a causa dell’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia che dalle tensioni tra i Paesi produttori. Il future di maggio del Wti, che nella notte è sceso sotto la soglia psicologica dei 20 dollari al barile, ai minimi dal 2002, adesso è in leggera risalita a 20,6 dollari (-4,8%). Tonfo anche del Brent che sempre sui contratti per maggio è scambiato a 23,5 dollari (-5,5%), a minimi da 18 anni. Ad abbassare le quotazioni anche la “guerra dei prezzi” con l’Arabia Saudita che ha negato colloqui con la Russia per cercare di stabilizzare il mercato, nonostante l’insistenza degli Stati Uniti.

30 marzo 2020

Spread poco sotto 200 punti, paga scotto aste e stop eurobond
I titoli di Stato italiani, BTp in testa, cedono terreno sul mercato secondario dei bond euro e, sulle principali scadenze, registrano performance negative. E’ così sulla scadenza decennale, dove il BTp benchmark, è indicato al momento con un rendimento dell’1,43% mentre il differenziale di rendimento con il Bund tedesco si è allargato fino a sfiorare la soglia dei 200 punti base. La debolezza dei BTp, dice un trader, si spiega chiamando in causa un duplice ordine di fattori su diversi fattori: il primo fa riferimento allo stop che i Paesi del Nord Europa hanno imposto all’ipotesi di emissione di Eurobond per arginare gli effetti economici della crisi indotta dal coronavirus. C’e’ poi una motivazione di natura tecnica e riguarda le aste sul medio e lungo termine che sono in agenda per domani. Si tratta, spiegano analisti di UniCredit, di aste con importo impegnativo su scadenze concentrate sui 5 e 10 anni. E’ possibile che una dimensione cosi’ consistente, compresa tra 6,75 e 8,5 miliardi, abbia una relazione con le maggiori esigenze di finanziamento manifestate dal Tesoro a seguito dei provvedimenti emessi nelle scorse settimane per contrastare l’impatto economico del coronavirus.

Euro interrompe recupero sul dollaro
L’euro intanto interrompe il suo recupero nei confronti del dollaro, vale intorno a 1,108 sul biglietto verde, che ha chiuso la scorsa settimana contro un paniere internazionale di valute (misurate dal dollar index) una delle peggiori dal 2008 (-3%). Dopo diverse sessioni consecutive di guadagni contro altre valute principali, invece, la sterlina sta registrando perdite ed è scambiata intorno ai 1,2316 dollari. «La debolezza della sterlina – spiegano gli analisti di ActivTrades – segue il ridimensionamento da parte dell’agenzia Fitch del rating creditizio del Regno Unito da AA ad AA-. L’enorme spesa fiscale, in combinazione con l’incertezza sulle relazioni post-brexit con l’Ue, probabilmente manterrà la sterlina sotto pressione per qualche tempo».

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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