I quattro nemici dell’Italia

Gli Stati che hanno a disposizione una banca centrale si trovano nella possibilità di utilizzare un vero e proprio “bazooka”. Si pensi al caso degli Stati Uniti di Donald Trump, ma anche a quello della Cina di Xi Jinping o a quello della Russia di Vladimir Putin. Questi “bazooka” statali sono regolati sulla base del rapporto tra il deficit ed il il Pil. Le realtà che fanno parte dell’Unione europea dovrebbero poter contare sulla Banca centrale europea, che per ora ha predisposto una serie di misure che Francia, Italia e Spagna reputano essere davvero troppo parziali.

Mario Draghi, dalle colonne del Financial Times, ha spiegato il perché l’incremento della spesa pubblica a debito, ora come ora, possa essere escluso dalla lista nera dei provvedimenti nefasti. Ma il parere dell’ex vertice della Banca centrale europea non è bastato: Germania, Olanda, Austria e Finlandia non vogliono mollare un centimetro. E i coronabond, a mano a mano, stanno assumendo le fattezze di una chimera.

La Germania è compatta: non solo Angela Merkel ha smesso di pronunciare la parola “Europa” all’interno dei suoi discorsi, ma tutto l’arco partitico, comprese le formazioni sovraniste e populiste, sembrano esseri appiattite sulle posizioni della Cdu-Csu. La sensazione è che Berlino preferisca operare mediante le nazionalizzazioni interne delle imprese che risulteranno essere insolventi.

E il resto delle nazioni che appartengono alla Unione europea? Ognuno per sé e Dio per tutti: questo sembra essere l’atteggiamento di fondo della “locomotiva d’Europa” e delle altre realtà che boicottano i coronabond. Non saremo nel campo della “immunità di gregge” alla Boris Johnson. Però, dal punto di vista economico, sembra che le due strategie possano essere accomunate: anche l’isolazionismo tedesco comporta che a farcela, in fin dei conti, siano per lo più i più forti.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: una pandemia può essere debellata dal punto di vista economico senza l’impiego di un “bazooka” europeo? Germania, Austria, Finlandia ed Olanda, che si candidano così alla declinazione di una forma esasperata di egoismo nazionalista, pensano di sì. Tanti europeisti della prima ora, compresi coloro che sono soliti operare nel campo progressista, ritengono che una solidarietà europea non sia più procrastinabile.

INSIDEOVER

IL GIORNALE

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