Coronavirus, il nuovo decreto e le ordinanze regionali: le regole, dai cantieri allo sport
di a cura di Fiorenza Sarzanini
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato, nella tarda serata di sabato 21 marzo, nuove restrizioni, ritenute necessarie per affrontare l’emergenza legata al diffondersi dei contagi di coronavirus. Queste nuove misure — annunciate, appunto, ma al momento ancora prive di un testo di riferimento ufficiale, mentre già circola, in ambienti governativi, una lista provvisoria delle attività che rimarranno aperte, che conta una settantina di voci — avranno efficacia sino al 3 aprile. Secondo quanto dichiarato da Conte, prevedono la chiusura delle attività produttive in tutta Italia ad eccezione di quelle ritenute «essenziali».
Il provvedimento del governo è stato anticipato, nella serata del 21 marzo, da un’ordinanza del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che prevede (qui il testo integrale, fuori dal paywall)
restrizioni più rigide in alcuni settori e fissa anche una multa da 5
mila euro per chi non rispetta il divieto di stare in strada al massimo
in due persone. Gli effetti delle misure prese dal governatore lombardo
avranno effetto fino al 15 aprile. Ecco, qui sotto, le misure previste
dai due provvedimenti.
Aziende e negozi: aperti i supermercati (in tutta Italia)
Restano aperti «ipermercati, supermercati, discount alimentari, i minimercati e gli altri esercizi non specializzati di alimentari». Il presidente del Consiglio ha ribadito più volte questo punto, per chiedere ai cittadini di non correre ad accaparrarsi generi alimentari. Un passo in più rispetto a quanto avvenuto nelle ultime settimane: i supermercati, i discount e i minimarket potranno vendere anche prodotti di prima necessità non alimentari — «materiale di cancelleria, abbigliamento intimo, giocattoli, eccetera»: quelli che, in tutti i punti vendita, venivano fino ad ora «bloccati».
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