Coronavirus, Conte: “Stop in tutta Italia alle attività produttive non essenziali” | In un giorno 793 morti, mai così tanti

Oggi abbiamo deciso di “chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria a garantirci beni e servizi essenziali“. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte nel giorno in cui si registra il picco massimo di morti dall’inizio dell’emergenza coronavirus, 793 in un solo giorno. E’ la “crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra”, ha detto il premier.

Il premier ha assicurato che “continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Non c’è ragione di fare code e corse agli acquisti. Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti”. Ma “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Le nuove misure scatteranno da lunedì 23 marzo: a quanto si apprende, non rientrano nelle chiusure le edicole, i benzinai, i media e le tabaccherie.

Si tratta, ha sottolineato Conte, di una decisione “difficile, ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”. Gli ultimi dati parlano di un’emergenza che non tende a rallentare. Le vittime sabato hanno raggiunto il picco massimo, 793 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4.825. I malati sono diventati 42.681 (4.821 in più rispetto a venerdì). Un’escalation che ha fatto salire la richiesta al governo di Regioni, Comuni ed anche sindacati di attuare una chiusura totale.

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