Un altro giro di chiave

E’ un pacchetto composito: c’è la chiusura dei parchi e di tutti i luoghi pubblici destinati allo svago, la proibizione dell’attività fisica al di fuori del proprio domicilio, la chiusura di ulteriori categorie di esercizi, il contingentamento degli orari anche di quelli che erogano servizi essenziali. Solo quest’ultima lascia perplessi i tecnici della Salute: incentiverebbe code e contatti, per quello che viene definito come un effetto boomerang. Su tutti gli altri c’è disco verde, con l’avallo se non le pressioni anche del ministro dello sport, Roberto Spadafora, oltre che di Roberto Speranza, titolare della Sanità, anche per evitare il caos normativo dovuto alle numerosissime disposizioni già prese in autonomia dai sindaci.

Conte soppesa gli elementi e decide di darsi un’orizzonte di ventiquattr’ore per la decisione finale. Perché alle viste c’è un weekend che promette bel tempo, e i comportamenti di una minoranza di scriteriati può rappresentare un’impalpabile quanto pericolossissima bomba sociale prima e sanitaria poi. Le pressioni sono di tutti i tipi. Attilio Fontana è il capofila del pressing. Il governatore lombardo ha chiesto il dispiegamento dell’esercito con compiti di polizia. Il monitoraggio del territorio è cruciale, dopo che le prime analisi delle cellule degli smartphone a Milano (quante libertà individuali, quanta privacy si dovrà cedere in nome di un bene collettivo superiore?) hanno registrato ben il 40% di cittadini non rispettare il lockdown. Il presidente leghista è seguito dai colleghi di Campania e Sicilia, molti amministratori locali invocano un simile dispiegamento, oltre che una stretta ulteriore. Dispiegamento che, senza grandi annunci e senza dover cambiare la normativa, sta già avvenendo laddove necessario. I prefetti fanno richiesta, il Viminale coordina e dà l’ok, le domande si moltiplicano. Forse non servirà una disposizione straordinarie, non si dovrà dire formalmente che “il governo schiera l’esercito”, ma nei fatti la direzione è già stata intrapresa.

Quel che è già deciso e aspetta solo una ratifica formale è l’estensione dei tempi del lockdown. Italia zona rossa sarà prorogata ben oltre il 25 marzo, data inizialmente prevista come fine, e quasi certamente si andrà al di là anche del 2 aprile, termine ultimo di chiusura delle scuole. Il primo decremento, sia pur lieve e se ci sarà, lo si potrà avere solo all’inizio della prossima settimana. Ancora quattro o cinque giorni con il fiato sospeso per capire se gli effetti delle misure hanno rivelato la propria efficacia.

Una fonte di governo spiega che al momento un timing non si può dare, che le ulteriori chiusure arriveranno, e che la situazione non è superabile nei tempi inizialmente previsti, pur con le pesanti preoccupazioni sulle macerie economiche che il covid-19 si lascerà indietro. Ventiquattr’ore ancora, meno se si considera il countdown fissato nella mattinata di giovedì. Poi la decisione, se il bel tempo del fine settimana si potrà ammirare solamente dalle finestre.

L’HUFFPOST

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