Ecco dove “prospera” il virus. Tutte le zone che lo “attirano”

Francesca Bernasconi

Il clima delle fasce temperate potrebbe influire sulla diffusione del coronavirus.

A renderlo noto è uno studio dell’Università del Maryland, che ha analizzato le aree maggiormente soggette allo sviluppo del Covid-19, con particolare attenzione alle temperature, all’umidità e alle latitudini delle zone.

Lo studio, intitolato Temperature and latitude analysis to predict potential spread and seasonality for COVID-19, è ancora preliminare ed è in una fase di revisione sul Social science research network. A condurlo è stato un gruppo di ricercatori, coordinato da Mohammad M. Sajadi, dell’Istituto di virologia.

La ricerca mostra come molte malattie infettive seguano uno schema stagionale, nella loro incidenza. Ne è un esempio anche l’influenza, che si presenta in un determinato periodo dell’anno, per poi scemare nei mesi successivi. Le analisi condotte sulle aree geografiche soggette al virus mostrano come, nelle scorse settimane, si siano verificate simili condizioni climatiche, con temperature medie dai 5 agli 11°C e umidità media relativa tra il 47 e il 79%. Se si mette a confronto il periodo gennaio-febbraio, quando l’epidemia si è diffusa in Cina, nella provincia di Hubei, e il periodo febbraio-marzo, che ha visto l’aumento dei contagi in altri Paesi, si nota la che le temperature medie registrate sono state simili.

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