Emergenza coronavirus, dall’Europa subito 25 miliardi e addio all’austerità

dal nostro corrispondente ALBERTO D’ARGENIO

BRUXELLES – «Useremo tutti i mezzi per assicurarci che l’economia europea superi questa tempesta». Al termine del summit in videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Unione, Ursula von der Leyen lo ripete in tedesco e in francese. Più di un leader, d’altra parte, nel chiuso della conference call lo ha detto: dobbiamo evitare che il coronavirus sia uno choc come quello del 2008, se non peggiore.

Dipenderà dalla durata dell’epidemia, l’analisi condivisa, sperando che con il caldo svanisca. Altrimenti le conseguenza, non solo economiche, saranno drammatiche. E così per la prima volta dalla nascita dell’euro nemmeno i falchi, a partire da Angela Merkel e Mark Rutte, hanno avuto da ridire sulla necessità di spendere per sostenere l’economia nel nome della flessibilità. Critiche invece sono piovute su Merkel e Macron per lo stop all’export di mascherine così come a Kurz per i controlli al confine tra Austria e Italia

L’Europa si muove con un piano che nel fine settimana sarà dettagliato dalla presidente della Commissione, von der Leyen, da far poi approvare lunedì ai ministri delle Finanze a Bruxelles. Un segnale politico deciso, anche se potrebbe essere solo l’inizio delle misure per combattere il virus e delle sue ricadute economiche (durante le conversazioni diversi leader si sono lasciati andare a previsione fosche sulla futura diffusione del Covid-19). 

La tedesca annuncia un intervento immediato da 25 miliardi (“Corona response Fund”) estratti dal bilancio della Commissione per dare liquidità alle imprese nella speranza di evitare crack a catena. 7,5 miliardi saranno stanziati entro la settimana e approvati dal Parlamento europeo il cui presidente, David Sassoli, commenta: «È una buona notizia, significa che l’Europa ha deciso di affrontare insieme la sfida». 

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