Per la strategia anti-virus europea attivare il Fondo Salva Stati

La diffusione del Covid-19 è significativa in Italia e apparentemente sporadica in altri Paesi della Ue dove tuttavia è possibile, anzi probabile, che il virus si diffonda. Il caso italiano potrebbe essere paradigmatico per affrontare a livello europeo quegli interventi necessari per evitare l’allargamento dei contagi e per individuare e minimizzare i danni che sono umani e sociali, economici e finanziari. In tutto ciò il ruolo delle Istituzioni e della Scienza diventano cruciali perché le prime hanno il compito di governare soprattutto nelle situazioni di emergenza mentre la scienza ha il compito di cercare le soluzioni terapeutiche. Non sono tuttavia secondarie le strumentazioni economico-finanziarie perché i danni rivenienti da epidemie possono essere molto grandi, perché le prevenzioni e le cure costano, perché la ricerca scientifica richiede risorse.

Azione e prevenzione

Riflettiamo su questi temi con particolare attenzione alla Ue e un cenno all’Italia con riferimento alle Istituzioni, all’economia e alle necessità finanziarie ampliando le argomentazioni del mio ultimo post che ha richiamato vari “strumenti di intervento” della Ue per fronteggiare “catastrofi naturali e provocate dall’uomo” e per riparare gli effetti delle stesse.

Strumenti che vengono utilizzati nella collaborazione con i singoli stati anche per quanto riguarda le risorse finanziarie necessarie. A mio avviso il Covid-19, se non configura ora una situazione di emergenza in Italia e in Europa, ci mette sull’avviso che ciò potrebbe accadere in un mondo interconnesso dove le epidemie da nuovi virus potrebbero aumentare. Per questo gli strumenti disponibili vanno usati subito ma anche potenziati se la situazione dovesse peggiorare ora e ripresentarsi in futuro.

Danni economici e più deficit per l’Italia

Per l’Italia sappiamo che più flessibilità è quello che il Governo si avvia a chiedere per i nostri conti pubblici alla Commissione europea per fronteggiare il Covid-19 che, più passa il tempo, più manifesta la sua potenzialità di danni gravissimi sia dal punto di vista socio-economico che finanziario, come dimostrato dall’impennata dello spread sui titoli di Stato (che in una settimana si è ampliato di quasi 40 punti sui titoli tedeschi) e dalle previsioni di caduta del Pil.

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