Coronavirus, il piano della protezione civile: tende per i controlli e 400 mila mascherine arrivate dal Sudafrica

Tende davanti agli ospedali

Le 309 tende sono state invece montate di fronte agli ospedali per evitare che i cittadini entrino nei reparti e dunque per abbassare il rischio di contrarre il virus, ma anche perché lì verranno effettuati i primi accertamenti. Sono invece 100 quelle sistemate nelle carceri. Ai 735 poliziotti, carabinieri, finanzieri e soldati che già si occupano della vigilanza nelle “zone rosse” si aggiungono oltre 1.000 volontari per effettuare i test, di loro 500 sono stati destinati agli aeroporti. Il “filtro” all’interno degli scali ha consentito di misurare la febbre a ben 3 milioni e 400mila passeggeri: 1.500 superavano la soglia consentita, ma nessuno di loro è poi risultato positivo al virus.

Navi e caserme

Per effettuare la vigilanza attiva e la quarantena non tutti possono rimanere a casa. Spesso gli appartamenti non sono infatti adeguati ad evitare il contagio tra familiari perché non hanno stanze e servizi “isolati”. Ecco perché è stato chiesto alla Difesa di mettere a disposizione strutture in ogni Regione: 77 caserme che vengono adesso utilizzate per ospitare gli asintomatici e – semmai ce ne fosse bisogno – potrebbero servire anche per tenere sotto controllo i pazienti con sintomi lievi. In totale sono a disposizione 2.189 stanze per 6.656 posti letto. È la Croce Rossa a gestirle, occupandosi dei pasti, delle pulizie e dell’assistenza. Se la situazione dovesse peggiorare dal punto di vista sanitario e ci fosse carenza di posti per i malati, ogni Regione ha invece individuato un ospedale che dovrebbe essere svuotato dagli altri pazienti per poter far entrare soltanto chi ha contratto il coronavirus.

Evitare il contagio nei porti

Obiettivo in questo momento è evitare il più possibile il contagio, ma anche il panico. Dunque sono stati delineati tutti i possibili scenari di emergenza. Tra questi c’è l’eventuale contagio su una nave da crociera. Proprio per evitare che tutti i turisti siano costretti a rimanere a bordo con un rischio altissimo di ammalarsi, sono stati individuati una serie di porti che hanno strutture adeguate all’accoglienza e allo smistamento dei passeggeri: Civitavecchia, Bari, Ancona e Ravenna. La procedura prevede che i crocieristi siano sottoposti al triage prima dello sbarco e vengano poi divisi tra asintomatici da destinare alle caserme e sintomatici da trasferire in ospedale. I nuclei familiari non dovranno essere divisi e i turisti stranieri saranno subito rimpatriati.

CORRIERE.IT

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