La tempesta perfetta che travolge i burocrati

Alessandro Sallusti

È come la tempesta perfetta. C’era la crisi economica, è arrivata l’epidemia, sta per arrivare una bomba migratoria.

Non solo l’Italia ma l’intera Europa barcolla, un colpo dopo l’altro. L’ultimo arriva da Erdogan, che ieri – per questioni legate alla guerra con la Siria – ha aperto le sue frontiere al milione di profughi africani che teneva segregati nei campi profughi in cambio di una montagna di soldi che l’Europa gli aveva dato per tappare il corridoio balcanico dell’immigrazione via terra. Se nulla cambierà, tra poco questa marea umana premerà sulle nostre frontiere e allora saranno guai grossi.

Epidemie, guerre, crisi: altro che la mascherina del governatore Fontana. Qui ci sta sfuggendo il senso del problema che abbiamo di fronte. La questione non è dividerci tra allarmisti e negazionisti, né avvitarci sulle guerre politiche domestiche. Né il virus, né la crisi economica né l’immigrazione hanno un colore politico e tantomeno confini, tanto è vero che tutte e tre le emergenze stanno infettando tutta l’Europa.

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