Alcuni miliardi per ripartire

Non a caso imprese e sindacati sbattono i pugni, non si accontentano del primo provvedimento che ritengono insufficiente. Dalle colonne della Stampa Maurizio Landini, segretario della Cgil, è stato perentorio: “Per noi non bastano i provvedimenti urgenti per le zone rosse”. E appunto mercoledì quando si siederanno al tavolo di Palazzo Chigi imprese e sindacati chiederanno all’unisono “un piano Marshall per risollevare l’economia italiana con una regia coordinata di interventi che non dovranno limitarsi alla zona rossa ma dovrà tener conto di tutti i settori colpiti, dal turismo alla manifattura”.

Il secondo decreto (o terzo) ci sarà, ma per potere operare in questa direzione occorre gettare le basi per lo sforamento del deficit. Per farlo, come impone l’articolo 81 della Costituzione, è necessario un passaggio parlamentare con maggioranza assoluta, utile a farsi autorizzare l’extra disavanzo. Fonti di governo assicurano che la risoluzione dovrebbe approdare a Montecitorio e a Palazzo Madama già nei prossimi giorni. Va da sé che si discuterà su quanto discostare il deficit. Sul numerino finale peserà certamente l’effetto coronavirus, ma anche gli ultimi dati sul Pil. “La Lega è disponibile a votare una risoluzione che permetta di sforare il deficit”,  annuncia il leader leghista, Matteo Salvini. “Noi siamo – aggiunge – una forza politica responsabile e quindi sosterremo il Governo in quella che riteniamo sia la direzione doverosa a sostegno di imprese e famiglie, purché venga intrapresa con decisione, cioè per una cifra di almeno 20 miliardi, e con l’impegno di serie riforme e la modifica dei vincoli economici attualmente in vigore”.

Sia come sia, poi la partita si sposterà in Europa. “Bruxelles batta un colpo”, filtra dal Mef. Solo ieri il ministro Roberto Gualtieri si è espresso in questi termini: “In questa crisi l’Europa deve dimostrare che è in grado di dare risposte comuni non solo di concedere all’Italia un po’ di flessibilità”. Ed è quasi scontato che l’Italia invocherà “le circostanze eccezionali” previste dalle regole europee, lasciando crescere il deficit. In un contesto di emergenza, come lo è quello odierno, si aprirà un negoziato con Bruxelles che potrebbe portare a scenari positivi. Non solo per il ruolo rivestito da Paolo Gentiloni all’interno della Commissione Ue. Ma anche perché l’Italia gioca di sponda con la Francia. Giovedì, a Napoli, nel corso del bilaterale Conte e Macròn avrebbero concordato di chiedere un vertice dei ministri economici straordinario per provare a frenare l’ondata negativa da Covid-19.

Ecco allora spiegato il motivo per cui i dieci miliardi di cui sopra non rappresentano una richiesta impossibile. Sullo sfondo resta l’ultimo bollettino che la Protezione civile ha diffuso  sul Covid-19: i casi in Italia sono saliti a 1.128, e i morti invece sono 29. E’ prevista per un’altra settimana la sospensione delle attività scolastiche in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, e nelle province di Pesaro e Savona. Nel resto d’Italia invece tutto dovrebbe tornare alla normalità. O almeno sembra così, stando alla bozza del decreto della presidenza del consiglio dei ministri. 

L’HUFFPOST

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