Giorgia Meloni ora preoccupa Salvini: sondaggi, viaggi in Usa e maxi cene con i fan

Il «mondo» è quello di Alleanza nazionale, il contenitore post missino che ideò Gianfranco Fini nel 1994. Eppure quella di An sembra una storia lontanissima: «Niente di più sbagliato — sorride Piero Ignazi, politologo dell’università di Bologna — le tradizioni politiche resistono per decenni». Quindi, anche se la politica si è fatta mutevole e pop, nell’ascesa di Giorgia Meloni c’è un tratto «tradizionale». Il professor Marco Tarchi, che insegna Scienze politiche a Firenze e che in un lontano passato è stato considerato un ideologo della nuova destra, la spiega così: «C’è un’area di opinione di destra che fatica a riconoscersi in certi atteggiamenti di Salvini, che giudica troppo aggressivi, sguaiati, “plebei”. FdI è riuscita, almeno per adesso, a riscuotere attenzione in questi ambienti». Quindi, concordano i tre professori, la popolarità di cui gode la leader ha una «base».

Le loro opinioni invece divergono sui margini di crescita: «Non può andare oltre i confini tradizionali» taglia corto Ignazi. «Se Salvini ha raggiunto il suo apice, lei no» afferma invece Campi che individua negli elettori che hanno votato il M5S il prossimo «serbatoio». «Alleanza nazionale arrivò al 15,7%, livelli ancora lontani per FdI» nota Tarchi, che però aggiunge che «per una politica di protesta anti establishment di cui Meloni è una delle possibili declinazioni», lo spazio c’è. Insomma, se Salvini non si è «mangiato» i Fratelli d’Italia quando erano piccoli, tantomeno ci può riuscire adesso che sono cresciuti. «I due leader in realtà non si differenziano un granché — sostiene Ignazi — entrambi portano avanti l’agenda di Berlusconi, solo con più aggressività». Per Tarchi, invece, una differenza c’è: «Salvini è troppo marcatamente populista per piacere ai settori medio-borghesi che guardano a destra» soprattutto al Sud. Ci sono poi alcune caratteristiche personali che, dice Ignazi, «non fanno sembrare Meloni una politica tradizionale», una «dote» assai preziosa di questi tempi: «È molto diretta, dà l’idea di avere una parola sola, è donna». Per quanto riguarda la proposta politica Tarchi non prevede particolari novità: «Il suo» è un «patriottismo conservatore» che «può attecchire ancora di più» ma in un’area che è già di destra. Per Campi invece l’orizzonte può essere più ampio: «Deve però inventarsi qualcosa di nuovo. Certo — aggiunge — diventa difficile interloquire al Nord se sei ancora visto come il partito dei ministeriali romani». Non è un caso, quindi, se due giorni fa, a Milano, FdI ha organizzato una cena «all’americana» con Meloni e duemila supporter.

CORRIERE.IT

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