Più scienziate più sviluppo

Dunque su un tema concreto e progettuale che viene poi declinato con riferimento a specifici obiettivi dei SDG 2015 per evidenziare sia alla società civile (opinioni pubbliche), sia alle Istituzioni, sia alle corporations dell’economia il significato di equità e di vantaggio che la promozione delle donne nella scienza porta con sé. Ad oggi, la disparità tra uomini e donne è ancora molto marcata, come dimostrano tanti indicatori elaborati da enti accreditati. Non basta però migliorare gli indicatori di genere, ma bisogna promuovere dei programmi solidi, presentare casi di successo, dare alle giovani generazioni l’entusiasmo di chi sa che i propri meriti saranno riconosciuti. Infine diffondere una cultura della “complementarietà nella collaborazione” perché spesso le scienziate hanno più attenzione all’opera in sé che al successo connesso al risultato.

Un’Organizzazione coraggiosa e di successo: OWSD

In passato su queste colonne ho trattato del caso esemplare nel combinare scienza ed organizzazione di Fabiola Gianotti, italiana, lincea, fisica e direttore confermato del Cern per altri cinque anni, prima volta nella storia dell’ente. Oggi ritengo opportuno trattare di un’organizzazione, la Owsd, caratterizzata da visione e organizzazione, concretezza e competenza. Sulla rivista “Economia Politica. Journal of analytical and institutional economics” (Springer Nature e Mulino) è uscito l’8 di questo mese un articolo che tratta diffusamente del tema “Women, science and development: The leading role of Owsd” (di Alberto Quadrio‑Curzio, Tonya Blowers e Jennifer Thomson).

Owsd (Organization for Women Scientists for the Developing World) è stata fondata nel 1993 in una complessa interazione istituzionale tra Unesco e Twas (Third World Academy of Sciences) ed è stata sostenuta finanziariamente in misura notevole dalla Sida — Swedish International Development Cooperation Agency (del Governo Svedese) e dal Idrc — International Development Research Centre (del Governo Canadese). Sintetizzare una vicenda di successo che dura da più di 25 anni non è facile per cui semplificherò molto. Owsd è attualmente composta da 9000 scienziate provenienti da 133 Paesi, articolati in 28 “capitoli” regionali che sono importanti per favorire la partecipazione delle donne non solo negli studi, ma anche nella leadership a livelli nazionali e regionali in scienza e tecnologia. Dal punto di vista del metodo di azione Owsd ha scelto di investire direttamente sulle persone, ovvero nel capitale umano, spostando il focus della cooperazione allo sviluppo dai programmi per le Istituzioni ai programmi per le persone, promuovendo per le donne prima il conseguimento di qualificazioni a livello di dottorati e poi nell’avvio delle carriere professionali. Dal punto di vista della mobilità delle scienziate sia nella formazione che negli inizi delle professioni Owsd ha favorito al massimo la mobilità Sud-Sud per contenere l’emigrazione delle scienziate e delle professionalità verso il Nord, nella convinzione che le risorse umane qualificate siano cruciali per lo sviluppo dei Paesi del sud. Questa impostazione centrata sulla formazione e promozione delle scienziate singole piuttosto che sulle Istituzioni dei paesi in via di sviluppo è naturalmente cooperativa perché i due approcci si potenziano.

Owsd nell’ottobre del 2020 terrà la sua sesta Assemblea Generale a Trieste (è la prima volta al di fuori del Sud) per una molteplicità di ragioni: perché questa splendida località è per il 2020 la Città Europea della Scienza, perché ospita l’EuroScience Open Forum (Esof), perché è sede di Ictp (International centre of Theoretical Physics) e del Segretariato di Twas, nel cui ambito vi è anche quello di Owsd. In sintesi perché “Trieste Science System”, finanziato meritoriamente da decenni dalla Repubblica Italiana, è famoso in tutto il mondo. Forse (addirittura) più che in Italia, ormai disabituata ad accorgersi delle proprie eccellenze.

Due premi italiani a due scienziate dei paesi in via di sviluppo

Molte scienziate italiane hanno ricevuto premi di assoluto rilievo internazionale e molte operano all’estero ai massimi livelli, spesso nella disattenzione del nostro Paese, forse anche perché queste donne straordinarie non esibiscono i loro successi. Per questo sarebbe importante fare una rassegna completa, ma non è possibile qui, ora concludendo invece su due premi Italiani a scienziate non italiane connesse in modo diretto o indiretto a Owsd. Una è Bina Agarwal (Indiana) che ha avuto il Premio Balzan 2017 con la seguente motivazione:

“Per avere messo in discussione i fondamenti tradizionali dell’economia e delle scienze sociali attraverso una innovativa prospettiva di genere; per avere accresciuto la visibilità e l’empowerment delle donne in ambito rurale nel Sud del mondo; per avere aperto nuove vie intellettuali e nuove prospettive politiche nei settori cruciali dello sviluppo dal punto di vista del genere”.

Un’altra è Jennifer Thompson (Sud Africana), presidente di Owsd, che ha ricevuto il Premio Linceo “Tartufari” nel 2019 con la seguente motivazione

“……per aver contribuito allo sviluppo dei diritti umani promuovendo il contributo delle donne scienziate nei settori della sanità e dell’istruzione, dell’agricoltura e dell’alimentazione, con l’uso di politiche e tecniche adeguate nelle aree più povere e vulnerabili del mondo ….”.

Sono casi questi in cui l’Italia per il progresso ha una sua visione internazionale delle donne scienziate che va al di là degli enunciati e che riconosce il merito di chi, con grandi difficoltà, afferma nella concretezza un ruolo fondamentale per lo sviluppo umano.

L’HUFFPOST

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