Piazza Affari “resiste” al virus e chiude il gap con la crisi del 2008

Buzzi ha brillato con i conti 2019 oltre le attese
Buzzi Unicem ha brillato in Borsa dopo i conti preliminari 2019 che vengono giudicati migliori delle attese dagli analisti. Gli analisti di Equita, che sull’azione hanno rating buy con target price a 27,2 euro, sottolineano come sia i ricavi sia l’Ebitda ricorrente, rispettivamente in crescita a 3,22 miliardi e 700 milioni, cosi’ come il dato sulla posizione finanziaria netta, siano oltre le stime. “Non disponiamo del breakdown geografico dell’Ebitda, ma a nostro avviso e’ ragionevole ritenere che il miglior risultato preliminare sia da attribuire al maggior contributo degli Usa (trend di crescita dei volumi migliorato nel secondo semestre con prezzi in leggero rialzo), dall’Italia (prezzi medi confermati a rialzo e dinamica CO2 favorevole) e da un andamento dei costi piu’ favorevole’, evidenzia il broker. Per questo, Equita ha alzato l’Ebitda previsto nel 2020 del 4% “grazie ad un maggiore contributo atteso dagli Usa principalmente per effetto della leva operativa”. Con multipli di 10/11 volte sul PE 20/21 viene cosi’ confermata “la view positiva sul titolo”.

Ma cala la produzione industriale italiana
A dicembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è diminuito del 2,7% rispetto a novembre, mentre per l’indice corretto per gli effetti di calendario si stima una flessione, in termini tendenziali, del 4,3 per cento. A livello grezzo il calo tendenziale è pari all’1,3 per cento. Lo stima l’Istat, precisando che i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di dicembre 2018. Nel complesso del quarto trimestre il livello della produzione registra una flessione dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel complesso del 2019 la produzione industriale ha mostrato una diminuzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente, “la prima (flessione) dal 2014. Tra i principali raggruppamenti di industrie, la flessione è stata più marcata per i beni intermedi, meno forte per i beni strumentali. Un lieve incremento ha caratterizzato, d’altra parte, la produzione di beni di consumo e di energia.

E il corona virus fa volare l’inflazione in Cina
A gennaio l’inflazione in Cina sale al massimo livello da più di otto anni, trainata dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari legato alle drastiche misure prese per arginare l’epidemia di corona virus. I prezzi al consumo sono infatti aumentati del 5,4% su anno, record dalla fine del 2011. Si è registrato un balzo dei prezzi degli alimentari del 20,6% rispetto a gennaio 2019: la carne suina, la più consumata nel Paese, è più che raddoppiata (+ 116%). L’inflazione in Cina era già aumentata negli ultimi mesi a causa dell’incremento dei prezzi della carne di maiale dovuto a un’offerta limitata visto che la mandria cinese è stata decimata dall’agosto 2018 da un’epidemia di peste suina africana. Un picco tradizionale nei consumi prima delle tradizionali vacanze di Capodanno, iniziate il 24 gennaio, potrebbe aver aggravato il problema.

Spread con Bund chiude in rialzo a 136 punti
Chiude la seduta in rialzo lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico Mts dei titoli di Stato. A fine giornata, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco e’ indicato a 136 punti base, tre in piu’ rispetto alla chiusura di venerdi’. Stabile invece il rendimento del decennale italiano che si attesta allo 0,95%, stesso livello della vigilia.

(Il Sole 24 Ore – Radiocor)

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