Ecco il piano per ricalcolare ​gli assegni delle pensioni

L’indicizzazione delle pensioni

L’oggetto vero e proprio della contesa tra le due parti in campo rischia di essere il trait d’union che lega l’adeguamento delle rivalutazioni e lo stop ai pensionamenti anticipati voluti dal governo per fare spazio alla nuova flessibilità. In ogni caso, la coperta è corta e dovranno esserci rinunce da ambo gli schieramenti.

A proposito di pensioni, vale la pena ricordare le percentuali di indicizzazione per fascia di redditi. Nel 2018 (progressivi) il valore dei redditi pensionistici rispetto al trattamento minimo Inps era così suddiviso: fino a 3 volte l’assegno minimo la percentuale era pari a 100; tra 3 e 4 volte l’assegno minimo la percentuale era del 95%; tra 4 e 5 il 75%; tra 5 e 6 il 50%, da 6 a oltre 9 il 45%. Nel 2019 (per livelli), la suddivisione era la medesima ma cambiavano le percentuali che diventavano rispettivamente: 100%, 97%, 77%, 52%, 47%, 45% tra 8 e 9 e 40% oltre 9 volte il trattamento minimo.

Prima della Legge di Bilancio 2020, in relazione a 2020 e 2021 per livelli, tutto rimaneva inalterato; dal 2022 in poi, con i progressivi, avevamo una percentuale di incidicizzazione del 100% fino a 3; del 90% tra 3 e 4 e tra 4 e 5; e del 75% tra 5 e 6 in poi. Nel post legge di Bilancio 2020 cambia tutto o quasi. In merito a 2020 e 2021 per livelli abbiamo una percentuale del 100% fino a 3 e tra 3 e 4; il 77% tra 4 e 5; il 52% tra 5 e 6; il 47% tra 6 e 8; il 45% tra 8 e 9; e il 40% oltre 9. Dal 2022 in poi, con i progressivi, resta immutata la percentuale fino a 3 e tra 3 e 4; cambia quella compresa tra 4 e 5 che passa al 90%; da qui in poi la percentuale ammonta al 75%. Ricordiamo che nel 2019 il trattamento minimo Inps era pari a 513,01 euro al mese per tredici mensilità.

Ampliare la platea della quattordicesima

Il concetto è chiaro: come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, i sindacati chiedono al governo più denari per i pensionati. Detto della rivalutazione delle pensioni, l’altro obiettivo conclamato di Cgil, Cisl e Uil è quello di ampliare la platea dei beneficiari della quattordicesima.

La cosiddetta quattordicesima è una somma aggiuntiva compresa tra i 340 e i 650 euro circa, da pagare a luglio ai pensionati di almeno 64 anni e con un trattamento che arriva a poco più di mille euro mensili. Ebbene, la richiesta dei sindacati è innalzare quest’ultimo tetto a 1500 euro. Costo previsto dell’operazione: circa un miliardo di euro. Beneficiari: 3,5 milioni di persone.

La somma è tuttavia troppo alta per l’esecutivo, che potrebbe proporre una soluzione intermedia a “metà strada”, tale da comprendere un milione di persone. Se ne parlerà in maniera più approfondita nei prossimi incontri, anche se un intervento sulle quattordicesime dovrebbe diventare legge prima della metà dell’anno affinché possa essere operativo a luglio.

IL GIORNALE

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