“L’obiettivo di Graviano non è Berlusconi”. Intervista a Claudio Fava

Premetto una cosa: lui dice che non si fida dei giudici. Io invece non mi fido di Graviano. Non mi fido di verità centellinate, raccontate con tempi, forme e modi discutibili, come se il suo fosse un capriccio, e le sue dichiarazioni rispondessero solo ed esclusivamente ai suoi interessi. Stiamo parlando di verità presunte, tirate fuori a tempo scaduto. Graviano spieghi perché non ha parlato prima. Poi possiamo ragionare.

Perché parla di “verità tirate fuori a tempo scaduto”?

Perché siamo di fronte a sentenze sulle stragi passate in giudicato, a un depistaggio smascherato. Le sue mi sembrano verità ad orologeria. È come dire “io non c’entro nulla con le stragi. Incontravo Berlusconi per fare affari”.

Il boss davanti al pm ha affermato che potrebbe dire ancora altre cose. A chi si sta rivolgendo?

Non so a chi stia parlando. Se a un magistrato, se ai suoi compari. Ecco, prima spieghi perché parla proprio adesso. La giustizia non è un mercato, né una soap opera a puntate. La verità è o non è. E, finora, quella di Graviano non è mai stata una verità. 

E allora queste parole cosa significano?

Secondo me sono messaggi in codice. Lanciati non sappiamo a chi. Graviano sta giocando la sua partita, in modo subdolo e opaco. Poi, chiaramente, può darsi che le cose che sta dicendo siano vere. Ma le forme e i tempi con cui vengono raccontate, per step, mi fanno dire: ‘io non ho alcuna fiducia nel fatto che questo signore abbia buone intenzioni, o buona fede’. Penso, però, che il messaggio che sta lanciando con le sue dichiarazioni non sia rivolto a Berlusconi. I destinatari di queste affermazioni sono altri. Il suo è comunque un linguaggio sgradevole, per le forme in cui arriva. Per le allusioni cui si aggrappa. 

Se non è un messaggio a Berlusconi, a chi parla Graviano?

Il tema principale di questa vicenda è: qual è l’obiettivo del boss? Io non credo sia Berlusconi.  Penso si stia rivolgendo a gente che è in carcere, o a chi è fuori. A pezzi delle istituzioni, forse a pezzi deviati delle istituzioni che attorno alle stragi si sono mosse, hanno manipolato, depistato. Graviano ha molte colpe sulla coscienza, ma anche molti segreti indicibili. E fino a quando non dice perché sta parlando proprio ora, io continuerò a non fidarmi di quello che afferma.

L’HUFFPOST

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