Prescrizione, c’è l’accordo Pd-5 Stelle-Leu. Ma Renzi dice no: «Se ci vogliono cacciare lo dicano»

di Giovanni Bianconi

Prescrizione, c'è l'accordo Pd-5 Stelle-Leu. Ma Renzi dice no: «Se ci vogliono cacciare lo dicano»

ROMA — Dopo il passo avanti del ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede, andato incontro alla proposta di Leu sottoscritta dal Pd, a restare isolati sono i renziani di Italia viva.

Mancava il loro «sì» per scogliere definitivamente il «nodo prescrizione», ma al nuovo vertice convocato ieri sera dal premier Giuseppe Conte hanno ridetto «no»: per Iv c’ è solo la strada del rinvio della riforma Bonafede (sebbene sia già in vigore) che blocca il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Con la minaccia di votare, insieme alle opposizioni, la proposta di legge del forzista Enrico Costa che abolisce quella riforma; e se non passa alla Camera la ripresenteranno al Senato, dove senza Italia viva la maggioranza diventa minoranza.

L’accordo raggiunto, ha spiegato Renzi a «Circo Massimo», «è sicuramente un passo in avanti», ma «mantiene un principio che io non condivido che è giustizialista. Non capisco perché il Pd tradisca le leggi del nostro governo». L’esecutivo, ha spiegato ancora il leader di Italia viva, «non ha i numeri sull’accordo: io non lo voto». E sull’ipotesi di un passo indietro del suo partito – un’uscita dal governo, con un appoggio esterno per non farlo cadere – ha detto: «Far cadere il governo? Assolutamente no, no, no, no. Ma se ci vogliono buttar fuori lo dicano. Se ci dicono “o cambiate idea o vi buttiamo fuori”, noi non cambiamo idea».

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