Le artificiali complicazioni che impediscono di governare

di Massimo Franco

Le artificiali complicazioni  che impediscono di governare

Quando la politica pianta bandierine identitarie e sfoggia i muscoli, si sottrae al dovere di governare. Preferisce una sorta di culturismo politico a beneficio degli elettori, per accreditare la propria forza. La cosa singolare è che quasi sempre questi riti servono in realtà a velare una debolezza; e invece di contribuire alla soluzione di un problema, lo complicano artificiosamente, esagerando e radicalizzando contrasti che restringono qualunque margine di mediazione. Quanto sta avvenendo in materia di prescrizione tra Movimento Cinque Stelle e Italia viva rispecchia perfettamente il fenomeno. Le minacce incrociate tra il Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede e il capo politico Vito Crimi, e il leader di Iv, Matteo Renzi, trasmettono la sensazione sgradevole di una sfida giocata su un terreno costituzionalmente delicato. Il controverso provvedimento che i Cinque Stelle vorrebbero imporre appare un pretesto.

Per Bonafede e Crimi, si tratta di riaffermare il primato del M5S nel governo di Giuseppe Conte: tanto più ora che è stato sbriciolato dagli elettori alle Europee e in alcune votazioni locali successive. Renzi, invece, cerca visibilità per schiodare Iv da sondaggi impietosi, spezzare l’asse tra M5S e Pd e accreditarsi come «mosca cocchiera» dell’attuale esecutivo. Ma lo scontro tocca un tema destinato a incidere sui diritti di vittime e imputati.

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