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Emergenza globale?

È altissimo lo stato di allerta all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dove è stata convocata un nuova riunione del comitato di super esperti. «C’è grande preoccupazione» ha sottolineato Michael Ryan, direttore esecutivo del programma di emergenze Oms, di ritorno dalla missione in Cina. La decisione di un nuovo vertice a Ginevra, ha detto, è stata «basata sull’evidenza di aumento del numero di casi e anche della trasmissione da uomo a uomo, anche al di fuori dalla Cina». Dunque l’Oms potrebbe dichiarare che l’epidemia costituisce un problema globale. La riunione è in programma giovedì alle 13.30 (ora di Ginevra) e la conferenza stampa si terrà alle 19.30. Le decisioni prese saranno rese pubbliche sul sito dell’Oms e tramite una conferenza stampa trasmessa in diretta sui profili social dell’Organizzazione (Twitter e Facebook).

Dubbi sulla letalità

I numeri del coronavirus: i malati accertati (oltre 6 mila in totale) hanno superato il numero dei contagiati da Sars nel 2002-2003. Le vittime sono 132, con una mortalità intorno al 3%. «Al momento il tasso di letalità sembra essere minore di quello della Sars e leggermente superiore a quello dell’influenza – ha chiarito il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Gianni Rezza, al termine della riunione del tavolo tecnico insediato appunto all’Iss -. Sulla letalità restano grossi dubbi. La maggior parte dei morti sono persone anziane o con malattie croniche, la differenza è che per l’influenza abbiamo il vaccino». L’esperto ha aggiunto che sui numeri dell’epidemia non ci sono sicurezze: «Su quelli dei morti si è più sicuri, mentre sui casi si risente del fatto che solo quelli gravi sono registrati, quindi se si fa il conto della letalità, che si calcola come numero di morti su numero di casi, si rischia di sovrastimarlo».

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«Il mondo deve agire»

Un certo ottimismo è stato espresso anche dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha fatto il punto sulla situazione globale: «Fuori dalla Cina abbiamo avuto finora l’1% dei casi e nessuno morto: merito degli sforzi straordinari fatti dal governo di Pechino per fermare la diffusione del virus. Per la stragrande maggioranza, i contagiati erano stati in Cina». Michael Ryan, responsabile emergenze sanitarie Oms, ha aggiunto però che «il mondo intero deve stare in allerta e agire». Pur non avendo a disposizione al momento farmaci né vaccini contro 2019-nCoV, qualcosa possiamo fare: «La trasmissione può essere interrotta. Il virus si diffonde con i contatti personali e se mettiamo in pratica le misure giuste di igiene, individuazione e isolamento dei contagiati, potremmo essere in grado di fermarne la diffusione. L’Oms – ha aggiunto Ryan – sta lavorando con tutti i Paesi per la diagnosi e l’isolamento di tutti i singoli casi».

Dieci casi in Europa

Per quanto riguarda l’Europa, ci sono stati 5 casi in Francia, 4 in Germania e uno in Finlandia. Stella Kyriakidou, Commissario europeo per la salute, parlando alla plenaria del Parlamento Ue ha detto che il contagio da coronavirus «evolve molto velocemente e c’è la potenzialità di una minaccia molto grande. Abbiamo bisogno di uno scambio immediato di informazioni e di coordinare la risposta europea».

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