Ora inizia la fase chiave di questa legislatura

di Marco Damilano

Polvere di Stelle. Il titolo sotto il volto del capo politico, neanche trentaduenne, neppure l’età di un capo-sardina, già precocemente invecchiato. Era la copertina che L’Espresso aveva dedicato a Luigi Di Maio alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, il 18 febbraio. «Un movimento fuori controllo. Inchiesta su Luigi Di Maio, il leader che rischia di vincere eppure ha già perso», recitava il sommario. All’interno, il reportage di Susanna Turco dava conto dei dolori del giovane astro del Movimento 5 Stelle a caccia dei voti, e quel sospiro che sembrava un auspicio scherzoso e invece era già un grido di dolore: «Dobbiamo sopravvivere a questa campagna elettorale». È sopravvissuto Di Maio, è arrivato in fondo, rischiava di vincere e addirittura trionfò, con un risultato sopra il trenta per cento che solo Dc, Pci, Pd e Berlusconi avevano raggiunto.

Polvere di Stelle: la copertina in edicola domenica 18 febbraio

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Ma lui, Luigi il giovane, non è sopravvissuto alla prova del governo e del potere. Bastava vedere l’incontro di M5S di mercoledì 22 gennaio nella sala del tempio di Adriano, il volto violaceo del conduttore Emilio Carelli, lo sfondo cupo, i toni funerei. Il culto del santo fondatore Gian Roberto Casaleggio. Il reticolo di facilitatori tematici, i nodi della rete, i modelli organizzativi aziendali, una sovrastruttura evanescente nel pensiero e pesantissima nella composizione barocca, che serve a nascondere il vuoto di politica, mentre deputati e senatori dal movimento escono alla spicciolata, due alla volta, e mezzo gruppo consiliare in Campidoglio vota contro Virginia Raggi.

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