Di Maio lascia: l’alternativa è Patuanelli, Di Battista si scalda

L’attesa per Di Battista

Non essendoci leader forti, gli avversari pensano a una leadership condivisa. Carla Ruocco parla di «collegialità», stesso ritornello ripetuto da Roberto Fico, Paola Taverna e Roberta Lombardi, in pole position tra gli avversari che potrebbero raccoglierne l’eredità. Ma in questa collegialità tutti sanno che è difficile che manchi Di Maio, magari nella forma di primus inter pares. A meno che non scenda in campo Alessandro Di Battista, in ticket o da solo. Tutti aspettano, con qualche diffidenza, le prossime mosse dell’ex capo politico. Che, d’imperio, ha deciso di spostare a dopo gli Stati Generali la decisione su chi guiderà il Movimento. Un modo per non trasformarlo in congresso ed evitare che l’opposizione riesca a trasformarsi in correnti. Del resto gli avversari sanno che il Movimento è ancora nelle sue mani : sono vicini a lui sia Crimi sia Danilo Toninelli, organizzatore delle campagne, e quasi tutti i facilitatori nazionali. Saranno loro a decidere forma e modi degli Stati Generali. Per questo viene confermata la richiesta di un’assemblea congiunta, la prossima settimana, che affronti questi temi.

Gli elogi al governo Conte I

La questione non riguarda solo chi guiderà il Movimento, ma anche dove andrà. Il vero nodo è questo: fare un’alleanza organica con il Pd o tenersi le mani libere. Di Maio propende per la seconda via e non è sfuggito che per ben due volte abbia messo sullo stesso piano i due governo, Conte I e II, elogiando tutti i ministri. Compreso Matteo Salvini. Non solo, spiega un deputato, «ha anche rivendicato lo stop alle ong». Sull’identità del Movimento si giocherà il futuro. A partire dalla Campania, dove Fico e Grillo chiedono un’alleanza con il Pd.

CORRIERE.IT

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