Solo una targa per Craxi? Forza Italia non si accontenta

Intanto Forza Italia tira dritto, sfida la maggioranza sull’intitolazione di una strada all’ex leader del Psi e accetta il rischio di finire sotto ai voti. É «doveroso – ha puntualizzato ieri la capogruppo alla Camera e consigliera di Fi a Milano Mariastella Gelmini – dedicare alla sua memoria un luogo riconoscibile della città». Il consigliere Gianluca Comazzi ribadisce che «a vent’anni di distanza le riflessioni sulla sua figura e su quel periodo storico sono state fatte. Il grande affetto che in questi giorni si riscontra presso l’opinione pubblica certifica che la maggioranza degli italiani riconosce al leader socialista tanti meriti, oltre a un ruolo di primo piano nella politica italiana e internazionale del secondo 900. È giunto il momento di riconoscere il valore di uno statista che si è formato politicamente nella nostra città. Fi ha già presentato una mozione per dare il nome di Craxi a una via o piazza. Sala ha aperto alla possibilità di affiggere una targhetta nei pressi della vecchia abitazione, un timido passo avanti, ma per ricordare un politico così importante per Milano e per l’Italia si può e si deve fare di più. Gli chiediamo un atto di coraggio, per chiudere i conti con un periodo storico che oggi deve essere analizzato in maniera serena». Il capogruppo azzurro Fabrizio De Pasquale aggiunge che «mettere solo una targa é la proposta ipocrita e cerchiobottista del Pd che deve tener buoni manettari, comunisti e ormai pure i grillini. Ma almeno Sala voli alto, faccia il sindaco di tutti e compia un gesto pacificatore. Intitoli una via a Craxi, leader e precursore di una sinistra riformista, statista milanese. E abbia il coraggio di dedicare una grande mostra all’epoca in cui il riformismo socialista ha edificato le basi del Welfare ambrosiano». Matteo Forte (Milano Popolare) si accontenta della targa e propone al centrosinistra di emendare la sua mozione sulla via depositata dal 2017. Boccia anche questa ipotesi il consigliere M5S Simone Sollazzo: «No alla targa, da Sala un pessimo tentativo di revisionismo storico rispetto a una figura che ci riporta a tangenti e finanziamento illecito».

IL GIORNALE

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