Un test locale trasformato in anteprima delle Politiche

«Gente senza onore e senza dignità. Decidano», li incalza Salvini. Il fatto che i sondaggi diano i due candidati dell’Emilia- Romagna alla pari, per il Carroccio è già una mezza vittoria. La Lega sostiene di «sentire» addirittura un successo netto. Ha l’esigenza di mostrare un governo nazionale delegittimato e in minoranza nel Paese. E un’affermazione in una regione guidata sempre dalle sinistre rappresenterebbe una sorta di certificazione, da sventolare non solo a Palazzo Chigi ma al Quirinale per chiedere elezioni politiche. La scelta del Movimento Cinque Stelle di correre da solo si sta confermando perdente. Se il candidato del Pd prevale, significherà che il movimento di Luigi Di Maio non conta. Se prevale quella leghista, i grillini saranno accusati di averla favorita, facendo mancare alla sinistra voti decisivi. Non bastasse, le tensioni nel governo Conte col partitino di Matteo Renzi si stanno trasferendo sulle alleanze locali. L’ex segretario dem dice di vedere una strategia di avvicinamento, quasi di saldatura, tra Pd e M5S. Lo schema gli serve per giustificare lo smarcamento dal partito di Nicola Zingaretti, cercando una visibilità che finora non gli porta consensi.

Sinistra rissosa

Il Pd è irritato con Iv e con Azione, la formazione dell’ex ministro Carlo Calenda, anche perché sembrano alla ricerca di candidati autonomi in Puglia, dove si vota a primavera. Sono tutte manovre che creano nervosismo e mostrano un fronte delle sinistre spezzettato e rissoso. «Renzi e Calenda stanno facendo un regalo a Salvini», accusano i dem. Forse, però, il punto debole della loro strategia sta nell’approccio difensivo, in particolare in Emilia-Romagna. Chiedere voti in una fase come questa solo per impedire che vadano al potere la Lega e FdI dilata le incognite sul risultato finale.

CORRIERE.IT

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