Conte: sulla crisi Usa-Iran ora parli tutta l’Europa. Il governo? Avanti come previsto

Da Palazzo Chigi e dalla Farnesina fanno comunque filtrare un’attività diplomatica del nostro Paese che sta lavorando «per evitare un’escalation», su cui Conte nutre una «forte preoccupazione». Dal presidente del Consiglio, dicono ancora nel suo staff, arriva «un forte appello alla moderazione, al dialogo e al senso di responsabilità. In questa prospettiva l’Ue può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante».

Giuseppe Conte, viene aggiunto, «si sta prodigando affinché l’Europa possa esercitare tutto il proprio peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare così tutti gli sforzi per stabilizzare l’area». E questo insieme alla «massima attenzione per i nostri militari nella regione», i cui livelli di allerta, sicurezza e attività sono stati modificati, nel caso dell’Iraq sospendendo le attività, per il momento, al di fuori della base operativa.

Ma in queste ore Giuseppe Conte è impegnato anche nella prima definizione dei dossier che dovranno riguardare il rilancio dell’azione di governo, il metodo che dovrà essere seguito (lui vuole incontrare singolarmente, come prima tappa, le delegazioni dei 4 partiti che sostengono la maggioranza), gli apporti che vorranno e potranno dare gli altri leader, come Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, che ieri si sono visti per un primo confronto a Palazzo Chigi.

In ogni caso, nonostante le tante fibrillazioni e le defezioni nel Movimento 5stelle, il premier appare convinto che l’esecutivo non abbia reali motivi di preoccupazione e che per la fine del mese l’agenda dei prossimi due anni sarà messa nero su bianco dalla maggioranza e attraverso la sintesi che lui stesso vuole condurre alla fine del percorso: «Le varie questioni in sospeso non possono distogliere nessun componente della maggioranza dall’obiettivo di rilancio del Paese – dice al Corriere -. Sarebbe imperdonabile oltre che incomprensibile. Le notizie che riguardano alcuni parlamentari non avranno alcuna ripercussione né sulla tenuta né sul cronoprogramma del governo».

Insomma per il premier lo stato della maggioranza è nonostante tutto buono, non è in vista alcuna crisi, il lavoro che sarà fatto a gennaio avrà un riflesso sul resto della legislatura. Una visione forse troppo ottimistica, rispetto a quello che accade in Parlamento, al movimento continuo di deputati e senatori verso altri gruppi.

Ultima nota, l’ironia di Matteo Salvini sull’Iran: «Conte preoccupato? No, Conte ignorato e assente, mentre in Libia l’Italia perde credibilità e terreno a vantaggio di Francia e Turchia, un potenziale disastro per il nostro Paese, dal punto di vista dell’economia, dell’energia, della sicurezza e dell’immigrazione». Il battibecco fra i due sembra destinato a continuare.

CORRIERE.IT

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