Meno pillole e tanta intelligenza artificiale, il Grande Fratello della sanità sarà pronto entro il 2025

Fra i diversi servizi forniti da Good Doctor, il più famoso è la One-Minute Clinic, dove gli utilizzatori possono connettersi e sottoporre il loro caso on-line a un medico virtuale che prepara una bozza di diagnosi, che poi viene esaminata ed eventualmente approvata  da medici in carne e ossa. Ovviamente la risorsa fondamentale per mettere insieme un servizio di questo tipo è la disponibilità di una mole enorme di dati, elaborati dall’Intelligenza  artificiale.

Roland Berger non ha dubbi che la tecnologia dominerà l’evoluzione dei servizi sanitari. Fra le prime conseguenze, dice il suo studio, il 20% delle prestazioni che oggi sono svolte da medici saranno realizzate da nuove tecnologie e Intelligenza artificiale.

Sanità Hi-Tech

Le cose cambieranno molto soprattutto per pazienti affetti da tumori e malattie rare: l’analisi del genoma sarà il punto di partenza per sviluppare nuove terapie più efficaci. Da qui al 2025 sarà realizzata la mappatura del genoma del 20% della popolazione europea, probabilmente le persone con le patologie più gravi. Nello stesso tempo l’Intelligenza artificiale verrà abbondantemente utilizzata nella diagnostica anche per le malattie comuni. E’ noto che sta già dando ottimi risultati nell’analisi delle immagini (radiografie, risonanze, eccetera).

Lo scenario delineato dallo studio vede fra cinque anni un sistema sanitario europeo in cui, grazie alle nuove tecnologie e all’Intelligenza artificiale, ci sarà una forte spinta verso la personalizzazione delle terapie. La previsione è che nel 2025 le terapie personalizzate saranno usate nel 30% dei casi clinici. Nel 40% dei casi si farà ricorso al “Gemello digitale”, termine con cui si indica un modello di corpo umano che viene caricato sul computer per rappresentare il paziente: per ogni paziente viene prodotto il suo gemello sulla base del Dna. Ottenuto il “Gemello digitale”, il computer lo utilizza per testare come il paziente reagirà a una certa medicina o a una certa terapia.

Ovviamente per arrivare a una diffusione massiccia di queste tecnologie occorreranno forti investimenti, ma il mercato sta già dimostrando che i soldi per la Digital HealthCare non mancano. Solo nella prima metà del 2019 venture capitalist hanno finanziato in Europa nuove iniziative in questo settore per 4,5 miliardi di euro. Nel 2025 il mercato della sanità digitale raggiungerà in Europa un valore di 155 miliardi di euro, pari all’8% della spesa sanitaria  totale.

Ma chi saranno questi investitori? Oltre ai gruppi che gestiscono ospedali e case di cura, Roland Berger mette in rilievo il ruolo delle assicurazioni, che entro il 2025 saranno in grado di influenzare i loro clienti nella scelta della struttura sanitaria, e non solo: grazie alla grande quantità di dati disponibili, le assicurazioni potranno modulare le tariffe a seconda dello stile di vita dei loro clienti. “In futuro sarà possibile prevedere che patologie avremo e quando si manifesteranno, tutto questo grazie ai dati che vengono raccolti oggi”, dice Stefano Cantù, responsabile del business development di Dph Group, holding che in Italia controlla Pharmitalia.

Di fronte a queste parole il cittadino comune incomincia a preoccuparsi. Questa sanità del futuro dominata dalla tecnologia e dall’Intelligenza artificiale farà sì meraviglie, ma si basa su un modello di condivisione di dati sensibili che uscita molte perplessità per quanto riguarda la privacy dei cittadini. Più si va avanti a ragionarci, più si rafforzano le perplessità. Dice Andrea Bassino, partner di Roland Berger: “Assisteremo al superamento dei confini fra le sfere di attività di ospedali, società farmaceutiche, assicurazioni e colossi del mondo hi-tech”.

D’altronde i colossi del mondo tech sono già attivi nella sanità. Amazon ha da poco lanciato la sua compagnia di assicurazione sanitaria, un’iniziativa in collaborazione con JP Morgan e con Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffett. Facebook ha creato un dipartimento di ricerca che sta lavorando con la University School of Medicine di New York per usare l’intelligenza artificiale per generare immagini diagnostiche di alta qualità. All’inizio del 2019 Google ha creato Verily, la sua divisione di Life science che ha già raccolto da vari investitori poco meno di un miliardo di dollari per finanziare nuove acquisizioni. Apple è impegnata in alcuni progetti di studio con partner come la Harvard Chan School of Public Health e la University of Michigan, progetti che mirano a utilizzare l’Apple Watch per raccogliere e analizzare dati sull’attività cardiaca.

Antonio Maresca, principal Roland Berger

Per i giganti del tech la sfida nella sanità significa non solo gestire dati su dati, ma anche inventarsi servizi nuovi e originali. In America Amazon sta puntando sulla consegna fisica delle medicine a domicilio. Ma questo sembra il minimo. Seguendo i ragionamenti di Antonio Maresca, principal di Roland Berger, e del partner Andrea Bassino, appare abbastanza scontato che un gruppo come Amazon entri in Europa anche nel business dell’assicurazione sanitaria. E a quel punto avremo un’Amazon che sulla base dei nostri acquisti, anche di prodotti alimentari, potrebbe valutare il nostro stile di vita e in funzione di questo decidere quanto farci pagare di assicurazione sanitaria, così come potrebbe decidere di non assicurarci perché i nostri dati fanno sospettare che fra poco potremmo ammalarci gravemente.

La sanità del 2025 sarà la sanità del Grande fratello? “Noi abbiamo analizzato soprattutto le prospettive per il business, che sono importantissime”,  rispondono gli uomini di Roland Berger . E aggiungono: “E’ ovvio che c’è un tema etico molto forte. I governi saranno obbligati a seguire lo sviluppo di queste iniziative perché in definitiva puntano a migliorare i servizi per i cittadini. I governi dovranno guidare l’evoluzione tecnologica della sanità, non subirla”.

BUSINESS INSIDER

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.