Trump colpisce ancora: con un tweet dà la svolta ai mercati, Milano +1%

In più anche i prezzi alla produzione Usa a novembre non hanno mostrato pressioni inflattive: sono rimasti invariati, deludendo le attese degli analisti che si attendevano una crescita dello 0,2% rispetto ad ottobre. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati dell’1,1%, come ad ottobre.

Lagarde non scalda i listini alla sua ‘prima’

Le parole di Christine Lagarde, pronunciate nel corso della sua prima conferenza stampa al termine del consiglio direttivo della Bce, non hanno scaldato i mercati, sebbene l’ex numero uno del Fmi abbia confermato una politica monetaria accomodante per un lungo periodo di tempo. Lagarde ha anche sottolineato che «il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria». D’altra parte la numero uno dell’Eurotower ha è parlato di consapevolezza che la l’economia del Vecchio Continente è caratterizzata da una crescita debole. Del resto la Bce ha ritoccato le stime sul pil 2020 dall’1,2 all’1,1%. A ribaltare la situazione del mercato ci ha poi pensato Trump, promettendo un accordo imminente con la Cina, poco prima dell’incontro con i negoziatori della Repubblica Popolare per scongiurare l’introduzione di nuove tariffe a partire da domenica.

A Piazza Affari bene le banche, Nexi sotto la lente
A Piazza Affari sono scattate in alto le azioni delle banche, per altro protagoniste anche del discorso della Lagarde, che si è dichiarata «molto contenta» che l’Italia abbia mostrato un’apertura a porre dei limiti sull’esposizione delle banche al debito sovrano. Ubi Banca è salita del 3,9%, Unicredit del 3,17%, Intesa Sanpaolodell’1,8%, Banco Bpmdel 3,2% e Banca Pop Er dell’1,3%. E’ rimasta più indietro Mediobanca (+0,5%). Nexii ha messo a segno un progresso del 2,4% sull’ipotesi che sia allo studio la creazione di un maxipolo dei pagamenti con l’aggregazione della società con Sia, con il supporto di Cdp principale azionista di Sia. La mossa proteggerebbe la stessa Sia dalle mire della francese Worldline. Fatto sta che le Nexi dallo scorso 11 novembre hanno vantato un progresso del 25%.

  1. Dopo la prima conferenza stampaLagarde alla Bce, perché c’è il rischio di una banca centrale «politica»di Riccardo Sorrentino

Fca premiata dopo l’accordo con Uaw, male la Juve
Ha attirato l’attenzione anche Fiat Chrysler Automobilest (+2,47%), sull’onda della notizia che la società ha siglato un accordo quadriennale con il sindacato americano Uaw. Accordo che prevede la creazione di 7.900 posti di lavoro e investimenti per 9 miliardi di dollari. Secondo gli esperti, l’intesa Fca-Uaw è un elemento indispensabile per agevolare la definizione del Memorandum of Understarding con Psa Peugeot, atteso entro Natale. Della galassia Agnelli sono andate bene le Cnh Industrial (+0,89%), le Ferrari (+0,5%) e le Exor (+2,3%). Per contro le azioni della Juventus Fc (-2,3%) hanno accusato la perfomance peggiore del Ftse Mib, nonostante la vittoria in Champions League contro il Bayer Leverkusen. Oggi era l’ultimo giorno utile per trattare in Borsa i diritti relativi all’aumento di capitale da 300 milioni, che terminerà il prossimo 18 dicembre.

Bene St, deboli le utilities, giù Atlantia
Se sono andate bene le Stmicroelectronics (+2%), sull’onda di benefici che la società potrebbe trarre da un accordo Usa-Cina, hanno perso quota alcune utility, come A2a(-1%) ed Hera (-0,36%). AncheItalgas ha lasciato sul parterre l’1,27%%. L’incertezza sul futuro delle concessioni autostradali, ha spinto in basso Atlantia dell’1%.

Continua la deblacle di Safilo
Fuori dal paniere principale, Safilo Group, dopo il tonfo della vigilia, ha perso un ulteriore 3%. Le azioni, però, proprio nell’attesa del piano avevano corso molto tanto da vantare una volata di oltre il 60% dall’8 novembre a due giorni fa. Gli esperti di Equita hanno commentato che la correzione potrebbe essere più «legata agli eccessi di aspettative che si erano creati sul piano piuttosto che alla delusione per i target contenuti nel piano stesso, che punta maggiormente verso i brand di proprietà e un portafoglio meno presente sull`alto di gamma».

Sterlina movimentata nell’attesa esito elezioni, bene il petrolio
Sul fronte dei cambi, i riflettori sono rimasti puntati sulla sterlina che ha toccato i massimi da due anni sull’euro e da otto mesi sul dollaro per poi ritracciare nell’attesa dell’esito delle elezioni britanniche: l’euro-sterlina vale 0,8475 (dopo il minimo a 0,8424), mentre il cross sterlina-dollaro è pari 1,3124 dopo un massimo a 1,3227. La moneta unica passa inoltre di mano a 1,1122 dollari (1,1094 ieri in chiusura) e a 121,36 yen (120,537) mentre il dollaro/yen è a 109,1 (108,65). Vanno su le quotazioni del petrolio: il Wti, contratto con consegna a gennaio, vale 59,39 dollari al barile (+1%).

ILSOLE24ORE

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