Manovra, salasso sui turisti: raddoppia la tassa di soggiorno

Come detto, il pagamento della tassa di soggiorno varia a seconda delle località e in base alle regole adottate da ogni singolo Comune: c’è chi ha introdotto una tassazione fissa e chi ha deciso di variare il costo a seconda dell’alloggio. Il suo valore era fin qui compreso in una forbice che andava da 1 a 5 euro a persona per ogni notte di pernottamento– salvo un’apposita lista di categoria di viaggiatori esentati, come residenti, bambini under 12 disabili e altro ancora – da pagare al gestore della struttura alberghiera in contanti o con carta di credito.

Le novità in arrivo

Con il nuovo emendamento in manovra una serie di Comuni avranno il via libera per aumentare la tassa di soggiorno fino a 10 euro a notte. Le casse comunali, spesso al verde, tirano un sospiro di sollievo immaginando il lauto guadagno, visto che già oggi, con il limite massimo di 5 euro, 1.020 municipi incassano circa 600 milioni di euro all’anno dall’imposta di soggiorno o la tassa di sbarco. Si tratta del 13% dei Comuni totali presenti nel nostro Paese, ma questa piccola fetta ospita il 75% dei pernottamenti complessivi registrati ogni anno in Italia.

Dove si pagherà di più

Non tutti i Comuni potranno però approfittare della novità, bensì soltanto quelli individuati da un apposito decreto ministeriale. Al momento è già stato stabilito un primo paletto: quello delle presenze turistiche. Dunque: semaforo verde per i Comuni che ospitano un numero di viaggiatori superiore di 20 volte quello dei residenti (nella prima versione era addirittura a 10). Dando uno sguardo alla classifica delle presenze turistiche sui dati Istat, possiamo comporre una prima e ipotetica lista di municipi adibiti ad alzare la tassa di soggiorno. Venezia e Firenze sono i primi della lista, considerando che contano rispettivamente 11 e 10 milioni di presenze. Tra le località più piccole, con pochi abitanti e tantissimi turisti, troviamo Jesolo (5,6 milioni di viaggiatori), Sorrento (2,4 milioni), Cortina e Ischia (oltre 1 milione all’anno) e tante altre ancora. Escluse, invece, Milano e Roma.

IL GIORNALE

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