Ilva, una settimana e ancora nessuna soluzione. E la prima mediazione di Patuanelli è (quasi) un flop

Pietro Salvatori Giornalista politico, Huffpost

Il governo calcia il barattolo più in là. Sull’Ilva non si vede una soluzione, il “cantiere Taranto”, la serie di misure collaterali da mettere in campo per far vedere che qualcosa si sta facendo, stenta a decollare e Giuseppe Conte decide di rinviare il Consiglio dei ministri di domani a lunedì. Le quarantott’ore ai limiti della perentorietà poste dal premier ad Arcelor Mittal per tornare al tavolo con una proposta ragionevole si sono tramutate in una linea telefonica rimasta pressoché inutilizzata e in una settimana priva di un piano che potesse riportare i franco-indiani a trattare. Un dilatamento dei tempi destinato a prolungarsi ulteriormente, e a scavallare con tutta probabilità il fine settimana.

Una fonte vicina al presidente del Consiglio assicura che carsicamente, in modo del tutto informale, un canale di comunicazione sia sempre rimasto attivo. Ma anche che finora non ha prodotto risultati sensibili. Conte è irritato, per usare un eufemismo, dall’intransigenza di un pezzo del Movimento 5 stelle. Il tema, ormai noto, è quello della possibilità di ripristinare un’immunità penale per l’azienda come strumento per riaprire un tavolo negoziale. Sul quale un pezzo del gruppo parlamentare oppone un no secco. Da Palazzo Chigi ormai filtra da diversi rivoli che il capo del Governo ritenga ineluttabile una mossa in quella direzione, pur continuando a dire che l’unica strada percorribile è inchiodare Mittal al contratto stipulato un anno fa.

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