Venezia. Perché il Mose non funziona? La storia (e i miliardi) di un progetto che non parte ancora

Mose non ancora pronto

Il costo aperto del Mose è di 5 miliardi e 493 milioni. È composto da 78 paratoie suddivise in quattro schiere che si dovranno alzare con una previsione di marea superiore ai 110 centimetri. Le paratie sono già tutte installate e sono in corso i test di sollevamento e la conclusione dei lavori agli impianti. Secondo il cronoprogramma, però, l’opera dovrebbe essere definitivamente consegnata dopo tutti i collaudi il 31 dicembre 2021. Solo dopo quella data il Mose potrà essere utilizzato per difendere Venezia. Si erano in passato ipotizzate già delle chiusure precedenti in occasioni di eventi eccezionali come quello del 12 novembre 2019, che però al momento non hanno avuto seguito. Il Mose è programmato per difendere Venezia da un’alta marea fino a tre metri. Ma con il previsto innalzamento del mare il vero problema sarà la quantità di chiusura e soprattutto i tempi di chiusura delle dighe e quindi di interruzione dello scambio di acqua tra mare e laguna. L’opera nasce ufficialmente il 29 novembre 1984, con la seconda Legge Speciale per Venezia che sancisce che l’opera che dovrà proteggere Venezia dalle alte acque eccezionali la realizzerà un concessionario unico, il pool di imprese riunite nel Consorzio Venezia Nuova.

Con un’acqua alta a 187 sarebbe entrato in funzione

Con l’acqua alta che ha travolto Venezia il 12 novembre del 2019, salita fino a 187 centimetri (7 centimetri in meno rispetto ai 194 raggiunti con l’alluvione del ‘66) il Mose si sarebbe messo in funzione salvando così Venezia dai danni subiti.

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