Zingaretti: «Basta conflitti, il Partito democratico va rifondato»

Resistenze politiche

Negli anni nella dispersione ci abbiamo messo anche qualcosa di nostro: una storia di conflitti, separazioni, di chiusure e a volte di egoismi: il rintanarsi nel proprio io, quando era essenziale far sentire al popolo la forza del noi e la voglia di sentirsi parte di una comunità. Solo nel campo democratico è stata così forte la spinta a difendere le proprie posizioni in modo assertivo e solitario. Ho avvertito a volte una resistenza politica, ma persino psicologica, ad aprirsi davvero a una ricerca libera per costruire un destino comune. Per usare insieme la forza della critica e ritrovare un’identità comune. Il Pd in questo quadro «resiste». È allo stato attuale il solo partito «argine» all’avanzata impetuosa della destra. Ma si può andare avanti così?

Arcipelago di confuse parzialità

Sbaglia chi lo vuole picconare, perché così si indebolisce la democrazia. Ma sbagliano anche tutte le derive conservatrici che ci rendono inadeguati a rispondere all’inquietudine degli italiani. E certo che a queste difficoltà non si risolvono con un partito monoculturale o del leader. Ma neanche con un arcipelago di confuse parzialità che ci portano a praticare una politica lontana dalla vita. La giustizia sociale, la rivoluzione verde per lo sviluppo, che sono l’anima del nostro progetto alternativo alla destra, richiedono pensiero e cultura. E nel medesimo tempo forme di rappresentanza più coinvolgenti e libere per i singoli iscritti. Per questo a Bologna a novembre apriremo un grande confronto politico e culturale su come pensiamo gli anni 20 del nuovo secolo.

Scegliere insieme

Per questo dopo 12 anni di parole e auspici, ora con coraggio stiamo rimettendo mano in modo radicale allo statuto e alla forma partito. Non si tratta di cambiare qualche regola ma di una scelta politica di fondo. Cambiare davvero tutto per dare alla democrazia italiana un soggetto plurale ricco e partecipato della politica. Per offrire in primo luogo ad una nuova generazione una opportunità di partecipazione e battaglia collettiva. Rifondare il Pd per me significa in primo luogo questo: ricostruire una comunità aperta. Sin dal momento in cui sono stato eletto segretario, ho fatto di tutto per garantire questo risultato e l’insieme delle nostre forze ha chiesto una svolta. Ora si tratta di scegliere insieme. E il mio impegno, fortissimo e sincero come leader del Pd, ha un senso solo se dalle generiche volontà si passerà alla realizzazione concreta di un nuovo Pd. Ripeto aperto, plurale e radicato. Capace di coinvolgere le forze migliori della società perché questo processo riguarda tutti coloro che amano la democrazia italiana.

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