Il sondaggio | Più fiducia nel governo. Ma sul suo futuro elettori divisi a metà

La crescita del consenso è confermata anche dall’aumento dei giudizi positivi sul premier, i leader e i capidelegazione delle 4 forze che sostengono il governo: Conte si attesta al 49%, un dato di poco inferiore a quello di luglio, quando era alla guida del governo gialloverde, ma in aumento di 3 punti rispetto a fine settembre. A seguire Di Maio con il 26% di voti positivi (+3%), Zingaretti con il 23% (+4%), Franceschini con il 21% (+ 6%). Chiudono la graduatoria Renzi, stabile al 12%, Bellanova con il 12% (+2%) e Speranza 11% (+1%), gli ultimi due penalizzati dalla limitata notorietà, dato che poco meno di un intervistato su due dichiara di non conoscerli. Le opinioni si dividono non solo riguardo al consenso per il governo, ma anche nelle previsioni della sua durata: il 42% è convinto che nei prossimi mesi l’esecutivo manterrà la fiducia del Parlamento e continuerà la sua azione mentre il 42% ritiene che sia destinato a perdere la fiducia interrompendo il proprio mandato. Passando dai pronostici agli auspici di durata dell’esecutivo, pensando all’interesse del Paese, il 42% si augura che possa arrivare a fine legislatura, il 25% vorrebbe porre fine al Conte 2 andando subito ad elezioni anticipate e il 24% crede si debba approvare la Finanziaria per mettere in sicurezza i conti pubblici e poi tornare al voto in primavera.

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Più fiducia nel governo. Ma sulla durata c’è incertezza

Insomma, in uno scenario caratterizzato da una polarizzazione delle opinioni registriamo un aumento del livello di apprezzamento del governo che appare riconducibile a diversi aspetti, a partire dall’immagine personale di Conte che, dopo il presidente Mattarella, si conferma l’esponente politico più gradito. Il premier è passato indenne dal cambio di governo ed è apprezzato soprattutto per lo stile comunicativo che intercetta una sorta di richiesta di «decantazione» del clima che negli ultimi tempi si era fatto rovente ed era caratterizzato da un’overdose di annunci. A questo proposito, non dobbiamo dimenticare che il nostro è un Paese non giovane (siamo il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone e il primo in Europa) e le persone anziane spesso manifestano disagio con gli eccessi di aggressività che determinano esasperazione e logorio. Inoltre, come abbiamo visto nel sondaggio della scorsa settimana, la manovra ha fatto registrare un buon livello di gradimento.

E, ancora, la ritrovata sintonia con l’Europa è un elemento di rassicurazione dopo le preoccupazioni di isolamento dell’Italia espresse da molti italiani nei mesi scorsi. Infine, il taglio dei parlamentari — fortemente voluto dal M5s e reclamato dalla maggioranza degli italiani — potrebbe aver contribuito all’aumentato consenso dell’esecutivo, sebbene il provvedimento sia stato votato quasi all’unanimità dal Parlamento, facendo registrare solo 14 voti contrari e 2 astenuti. Non è detto che questa graduale apertura di credito nei confronti del governo si manterrà all’infinito e neppure che si possa tradurre immediatamente in orientamenti di voto favorevoli ai partiti della maggioranza. Molto dipenderà dai risultati ottenuti ma anche dall’immagine di coesione che l’esecutivo sarà in grado di dare: questo è il vero tallone d’Achille di tutti i governi e per il momento rappresenta un’incognita anche per il Conte 2, dato che la tentazione di mettersi in mostra per qualcuno della maggioranza è davvero irresistibile.

CORRIERE.IT

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