Aperture Trump su Cina riaccendono Borse. A Piazza Affari (+1%) corre Unicredit

Lusso sotto i riflettori, sprint del comparto auto
Le parole di Trump hanno dato il là agli industriali e al comparto auto, tra i più penalizzati dal braccio di ferro Usa-Cina sui dazi. A Piazza Affari, dopo una prima parte di seduta sottotono, hanno premuto sull’acceleratore Pirelli , Fiat Chrysler Automobiles e Cnh Industrial.
Già in mattinata si era distinto in positivo il comparto del lusso, ben comprato grazie al buon andamento delle vendite del colosso francese Lvmh nei primi 9 mesi dell’anno, con ricavi che hanno superato i 38 miliardi di euro con una crescita del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato particolarmente apprezzato dagli analisti perché realizzato nonostante il contesto geopolitico sfidante. La crescita è stata trasversale a tutti i marchi e a tutti i mercati. Ne beneficiano quindi anche gli altri titoli del lusso in Europa: a Milano corre Moncler che segna la performance migliore del listino principale.
Male invece Philips, che ha lanciato un profit warning. Sul listino milanese, banche in territorio positivo, a partire da Unicredit dopo l’annuncio della banca di voler recuperare i tassi negativi sui conti correnti oltre i 100mila euro. Sempre sotto la lente Mediobanca, dopo che ieri Del Vecchio ha detto all’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor di volere piazzetta Cuccia meno dipendente da Generali.

Spread BTp/Bund in area 153. Tassi in rialzo nell’asta BoT
Intanto, sull’obbligazionario, lo spread è stabile in area 153 punti. Sul primario, rendimento in rialzo frazionale per i BoT annuali assegnati oggi dal Tesoro. Nel collocamento odierno il Tesoro ha emesso 6 miliardi di Buoni a 12 mesi scadenza 14/10/2020 spuntando un rendimento pari a -0,219%, in aumento di 1 centesimo rispetto all’asta del mese precedente. Buona la domanda che si e’ attestata a 9,9 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,65. Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 14 ottobre.

Il cambio euro / dollaro

Negli Usa dati macro in chiaroscuro. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate per la prima volta in quattro settimane (-10.000 unità a 210.000 nei sette giorni al 5 ottobre, mentre gli analisti attendevano un dato a 218.000). La media delle quattro settimane è aumentata, così come il numero totale. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, in settembre il dato è rimasto invariato in settembre, mentre le attese erano per un +0,1%. Stando al dipartimento del Lavoro, il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è aumentato dello 0,1% su agosto contro il +0,2% atteso dagli analisti.

Petrolio il rialzo dopo l’Opec. L’organizzazione ha ridotto le sue previsioni di crescita della domanda di petrolio del 2019 per la quarta volta in cinque mesi, indicando tra i motivi del ribasso le incertezze economiche legate alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e la Brexit. Inoltre, l’Opec ha segnalato che valuterà tutte le opzioni durante la riunione di dicembre a Vienna, compresa una più significativa riduzione dell’output. Nel suo rapporto mensile, l’Opec prevede una decelerazione dell’aumento della domanda mondiale di petrolio quest’anno, riducendo la sua stima a 980.000 barili al giorno (mbd). Questo mentre il “cartello” si confronta con la crescente offerta dai Paesi non-Opec come gli Stati Uniti e con il nervosismo causato dalle tensioni commerciali e dalla paura della recessione. L’Opec, inoltre, ha ridotto le sue previsioni di crescita dell’offerta per il 2019 e il 2020 per le Nazioni non-Opec, citando le revisioni al ribasso negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Norvegia per superare i rialzi dell’offerta kazaka e cinese.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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